LO SCENARIO DI GUERRA DOPO UN ANNO DAGLI ATTACCHI DI HAMAS: COSA SUCCEDE IN MEDIO ORIENTE
Parlare di una “nuova guerra regionale in tutto il Medio Oriente” fra Israele e Iran, la vera minaccia di questo particolare momento storico ad un anno dagli attacchi terroristici di Hamas contro i kibbutz ebraici, non rende del tutto giustizia di quanto avvenuto negli scorsi decenni: la rete di sigle anti-Israele messa in campo dagli ayatollah di Teheran di fatto muove già guerra contro lo Stato Ebraico (e gli alleati in Occidente) da svariato tempo. Hamas a Gaza, Hezbollah in Libano, gli Houthi in Yemen e le milizie sciite foraggiate e finanziate sempre dall’Iran in Siria e Iraq rappresentano il piano a lunghissimo termine da scagliare contro Israele per eliminarlo fisicamente dal Medio Oriente.
L’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre 2023 è stato il capitolo finale di tale “piano”, con Israele che a quel punto ha reagito in maniera durissima prima muovendo guerra nella Striscia di Gaza per decapitare il commando generale di Hamas, poi sferrando attacchi con intenti medesimi anche nel sud del Libano, uccidendo lo storico leader Nasrallah (e pure il suo successore da poco nominato, ndr). Gli scenari di guerra sono ad altissima tensione, con un Medio Oriente dilaniato dalla guerra a “distanza” fra Israele e Iran, con il resto dei Paesi arabi sunniti restii per il momento a schierarsi a fianco di Teheran, temendo la rottura completa dei “Accordi di Abramo” con l’Occidente su cui si basa gran parte della presente e futura ricchezza dell’area.
Ne fuoriesce un caos generale incontrollabile al momento, con gli eventi degli ultimi giorni (attacco Iran contro Israele, attentato a Jaffa e incursioni dell’Idf nel Libano) che allertano la comunità internazionale di un potenziale e prossimo attacco diretto dello Stato ebraico contro Teheran: il discorso di guerra lanciato dall’ayatollah Khamenei dopo la morte di Nasrallah in Libano viene visto dal Premier Netanyahu come una dichiarazione permanente di ostilità contro Israele, richiedendo perciò una risposta imminente e diretta contro il nemico iraniano. L’allerta incombe così come il rischio di escalation in arrivo domani, 7 ottobre 2024, in concomitanza con il primo anniversario degli attacchi terroristici di Hamas al di là della Striscia di Gaza: solo stamattina un nuovo raid contro la moschea dei Martiri di Al-Aqsa a Deir el Balah (dove Hamas aveva radunato armi e uomini, ndr) e poco dopo le esplosioni a sud di Beirut raccontano di una complessa guerra giocata su più fronti e senza ancora una tempistica finale chiara.
ALLARME GUERRA TOTALE ISRAELE-IRAN: IMMINENTE L’ATTACCO CONTRO TEHERAN?
Mentre infatti le operazioni via terra dell’esercito di Israele proseguono ancora nel sud del Libano e nel nord di Gaza a Jabaliya, il vero elemento di timore a livello internazionale è la risposta che lo Stato Ebraico intende lanciare contro l’Iran dopo la pioggia di razzi e missili lanciata la scorsa settimana dagli ayatollah contro Tel Aviv e Gerusalemme. Dopo l’annuncio del Presidente francese Macron di valutare l’interruzione degli aiuti militari ad Israele, la replica di Netanyahu è stata veemente descrivendo come «legittimo» il contro-attacco israeliano dopo le minacce e i razzi scagliati da Teheran.
«L’Iran ha lanciato due volte centinaia di missili sul nostro territorio», ha spiegato ieri il Premier Netanyahu nel suo discorso alla nazione, parlando del «più grande attacco missilistico balistico della storia Israele» che dunque ora ha il «dovere e il diritto di difendersi e di rispondere agli attacchi». Sempre dall’Idf arriva poi la comunicazione dei possibili attacchi in arrivo domani da Hamas ed Hezbollah ad un anno dal 7 ottobre, con Israele che reputa sempre l’Iran responsabile n.1 della strategia di guerra anti-ebraica in tutto il Medio Oriente. In questa cornice di tensione ed escalation è giunta non a caso oggi e domani la convocazione di tutti i cristiani per la “Preghiera per la pace”, indetta da Papa Francesco per ricordare gli attacchi di un anno fa contro Israele e per richiedere un cessate il fuoco permanente a protezione di tutti i civili, dai palestinesi agli israeliani fino ai libanesi. Il Medio Oriente è a rischio guerra totale, ha tuonato Papa Francesco durante l’Angelus, ma ora è il tempo di liberare gli ostaggi e finirla con attacchi e invasioni.