HAMAS RIBATTE CONTRO ISRAELE: “ABBIAMO ANCORA IL CONTROLLO DELLA STRISCIA”

Dopo l’annuncio dell’esercito di Israele e l’ingresso delle brigate all’interno del Parlamento di Gaza, Hamas non ci sta e smentisce l’avanzata dei soldati di Tel Aviv dentro la Striscia: «Hamas e le Brigate Izzeddin al Qassam hanno il controllo della situazione operativa e di combattimento nella Striscia di Gaza e rispondono agli attacchi del nemico 24 ore su 24, seguendo i piani di difesa preparati attentamente», dichiara oggi a Beirut Osama Hamdan, rappresentante di Hamas in Libano. «Se fosse necessario un cessate il fuoco per la restituzione dei nostri ostaggi, la guerra non si fermerà», ha risposto direttamente il ministro Benny Gantz. Nello stesso tempo, sarebbe di tre feriti il bilancio dei nuovi razzi lanciati da Hamas in Gaza contro la capitale Tel Aviv: con l’inizio dell’offensiva israeliana erano calati i lanci dalle postazioni palestinesi, salvo riprendere in poi in maniera accelerata nelle ultime ore.



Oltre poi a ripetere che la vera guerra per il futuro dei palestinesi nella Striscia è in realtà «appena cominciata», le milizie pro-Hamas dal Libano fanno continuo appello al sostegno di Teheran contro le mire dello Stato ebraico: «prendere misure efficaci per fermare immediatamente gli attacchi di Israele su Gaza e inviare aiuti umanitari nella zona è un dovere umanitario e legale di tutte le organizzazioni internazionali e regionali e di tutti i Paesi che cercano la libertà», spiega il presidente iraniano Ebrahim Raisi in lettere inviate separatamente a diversi capi di Stato anche fuori dall’area del Medio Oriente. Secondo l’Iran, da subito devono essere avviate «iniziative serie, tra cui tagliare le relazioni politiche ed economiche con Tel Aviv, azioni legali per punire Israele e i suoi sostenitori e l’imposizione di sanzioni contro il regime».



LA GUERRA HAMAS-ISRAELE ANCHE SUGLI OSTAGGI. NUOVO SCONTRO ALL’ONU…

«Non abbiamo prove che gli ostaggi nelle mani di Hamas siano ancora vivi»: a dirlo è il ministro degli Esteri Eli Cohen, a Ginevra con una delegazione dei familiari dei rapiti. Nelle stesse ore, le milizie filo-palestinesi hanno diffuso sui social il video della 19enne soldatessa israeliana – Noa Marciano – rapita il 7 ottobre, con nello stesso video anche le immagino di un corpo di giovane donna rimasto ucciso. Le Brigate Izzedine al-Qassam, il braccio militare di Hamas, affermano che Marciano è stata uccisa in un attacco aereo israeliano il 9 novembre.



Nel frattempo, prosegue la guerra anche diplomatica sul fronte Israele-Hamas-ONU: dopo le ultime critiche del segretario generale Antonio Guterres contro il Governo Netanyahu sul rispetto delle vittime civili palestinesi su Gaza, è ancora Cohen a scagliarsi contro il n.1 delle Nazioni Unite chiedendone l’immediata defenestrazione, «Antonio Guterres non merita di guidare l’Onu».

LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA IN MEDIO ORIENTE: “HAMAS NON CONTROLLA PIÙ GAZA”

Secondo l’esercito di Israele, Hamas non avrebbe più il controllo di Gaza City dopo le ultime battaglie compiute tra i cunicoli ieri nel 37esimo giorno di guerra in Medio Oriente: «Hamas ha perso il controllo di Gaza e non ha il potere di fermare l’esercito», ha spiegato ieri il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, secondo il quale i terroristi stanno fuggendo al sud e i civili stanno saccheggiando le loro basi, «Non hanno più fiducia nel governo palestinese».

Una foto è divenuta virale in serata lunedì con i soldati della Brigata Golani sono penetrati nel Parlamento di Gaza City prendendone il controllo. Nel corso poi di una successiva incursione nella Striscia, l’esercito di Israele avrebbe anche scoperto tunnel militare di Hamas sotto a una moschea, trovando armi ed esplosivi: costanti i raid notturni nella guerra continua tra Israele e Hamas, con numerose postazioni colpite e messe a segno. Prosegue poi l’emergenza sull’ospedale di Al-Shifa con ripetuto scambio di accuse tra palestinesi e israeliani sugli attacchi lanciati contro l’area: pazienti e medici rimangono ancora intrappolati nell’ospedale principale di Gaza dopo giorni di combattimenti tra le truppe israeliane e Hamas, con i primi che accusano i secondi di posizionare obiettivi strategici proprio nei pressi della struttura ospedaliera usata come scudo. Le agenzie umanitarie intanto avvertono che i pazienti critici e i bambini sono «a rischio di morte» a causa della mancanza di carburante e della «diminuzione delle scorte di cibo e acqua».

GUERRA ISRAELE-HAMAS, POTENZIALE ACCORDO SULLA LIBERAZIONE DI ALCUNI OSTAGGI

Mentre intanto continuano i feroci scontri di guerra tra Israele e alleati di Hamas tanto in Libano – dove ieri è giunto il messaggio-ultimatum del Premier Bibi Netanyahu (riferendosi a Hezbollah, accusa «Chi pensa di poter estendere gli attacchi contro le nostre forze e i nostri civili gioca con il fuoco») – quanto in Cisgiordania, nelle ultime ore sarebbe emerso un potenziale primo accordo tra gli “sherpa” di Israele e Hamas (supportati da Usa, Qatar e Turchia) per la liberazione di alcuni ostaggi.

«Sarebbero vicini ad un accordo sugli ostaggi che potrebbe portare alla liberazione di gran parte delle donne e dei bambini rapiti dai miliziani il 7 ottobre», si legge oggi sul Washington Post, con in cambio Tel Aviv che sarebbe pronta a liberare alcune donne e giovani palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. «L’intesa – scrive ancora il giornale Usa – potrebbe essere annunciata nel giro di qualche giorno se verranno sciolti gli ultimi nodi». Dalla Giordania arriva un nuovo appello al cessate il fuoco per non far esplodere una guerra ancora più totale in tutto il Medio Oriente: «qualsiasi scenario che includa la rioccupazione di parti di Gaza da parte di Israele peggiorerà la crisi», spiega il re di Giordania Abdullah, il quale aggiunge che le continue «violazioni israeliane in Cisgiordania e Gerusalemme potrebbero spingere la regione verso un’esplosione».