LA MINACCIA DI HAMAS E IL MESSAGGIO DA MOSCA: LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA

Suona esattamente come una minaccia l’ultimo messaggio rilasciato dal portavoce dell’ala militare di Hamas, Abu Obaida, nel pieno dei combattimenti all’interno della Striscia di Gaza: «Israele e i suoi sostenitori non potranno riavere i prigionieri vivi senza un accordo di scambio di prigionieri e senza accettare le condizioni dell’ala militare di Hamas». La guerra sempre più cruenta tra Israele e Hamas vede le milizie palestinesi sempre più legate agli alleati Iran e Hezbollah, tanto da richiamare le medesime battaglie storiche contro la presenza dello Stato ebraico nel Medio Oriente: «Israele compie un olocausto per spezzare la volontà del popolo palestinese».



Eppure poche ore prima, nonostante i rapporti tra Israele e Russia non siano più così solidali – come dimostrato dalle scintille ieri nella telefonata Netanyahu-Putin – da Mosca era giunto un messaggio perentorio per la guida politica e militare di Hamas: come fanno sapere le agenzie di stampa russe, l’inviato speciale del Cremlino per il Medio Oriente, Mikhail Bogdanov, ha avuto colloqui con diverse fazioni palestinesi nelle ultime ore tra cui Hamas, sottolineando l’esigenza di una «cessazione delle ostilità e di un immediato rilascio degli ostaggi». Intanto, in attesa dell’Assemblea Generale straordinaria di domani, i rappresentanti dei Paesi membri del Consiglio di Sicurezza ONU visiteranno in giornata il confine tra l’Egitto e la Striscia di Gaza a Rafah: la visita al valico di frontiera di Rafah è stata organizzata dagli Emirati Arabi Uniti che avevano redatto la risoluzione poi bocciata la scorsa settimana dal veto Usa, «Lo scopo del viaggio è quello di verificare in prima persona ciò che è necessario in termini di operazioni umanitarie», è il commento dell’ambasciatore ONU emiratino, Lana Nusseibeh.



LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA IN MEDIO ORIENTE: COMBATTIMENTI A GAZA SUD, ISRAELE BLOCCA LE USCITE DEI PALESTINESI

Non si placa neanche per un attimo la guerra tra Israele e Hamas all’interno della Striscia di Gaza, con occhi sempre puntati su quanto succede tra Libano, Yemen e Iran dove crescono le tensioni anti-ebraiche con il rischio reale di uno scontro globale per l’intero Medio Oriente. Dopo una calma apparente durata quasi tutto il weekend, già domenica sono ripresi i combattimenti a Gaza City e nel sud della Striscia, con razzi lanciati da Hamas verso le città d’Israele appena al di là dell’enclave palestinese.



Stamane l’esercito di Israele riporta della guerra aspra combattuta tanto a Gaza quanto a Khan Yunis, dove lo Stato ebraico continua a preservare nella ricerca del leader Sinwar: dopo l’appello lanciato ieri dal Premier Netanyahu alle milizie di Hamas – «arrendetevi, non morite per Sinwar» – continuano gli episodi (anche se isolati) di resa delle armi dei miliziani palestinesi. Dopo la minaccia di Hamas di non liberare gli ostaggi fino a che non vi sarà una nuova tregua nella guerra contro Israele, i raid aerei israeliani si sono fatti più intensi: un reporter della Afp nella notte passata ha riferito ai media internazionale che potenti attacchi sono giunti sulla città di Khan Yunis, di fatto il nuovo fulcro della guerra situato all’estremità a sud della Striscia di Gaza. Stamane poi le sirene di allarme sono tornate a risuonare a Tel Aviv e nel centro di Israele per timore di nuovi razzi scagliati dalla Striscia: Iron Dome è già entrato in funzione facendo esplodere i missili di Hamas ma si teme che qualcosa possa sfuggire al maxi sistema di difesa. «Israele non ha alcun piano per spostare la popolazione palestinese di Gaza fuori dalla Striscia», ha fatto sapere stamane il portavoce del premier Benyamin Netanyahu, Eylon Levy, attaccando chi invece sostiene il progetto di deportazione in capo a Israele, «sono accuse scandalose e false».

SCONTRO TOTALE ALL’ONU SULLA GUERRA DI ISRAELE: DOMANI L’ASSEMBLEA, PIANO UE PER SANZIONI AD HAMAS

Dopo il veto Usa azionato sulla risoluzione del Consiglio di Sicurezza ONU che chiedeva un cessate il fuoco umanitario a Gaza (proposto dal segretario generale Guterres dopo l’attivazione dell’articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite, prima volta dopo il 1989), martedì sarà la giornata importante della riunione straordinaria dell’Assemblea Generale ONU. L’incontro è stato richiesto con forza dai rappresentanti dell’Organizzazione per la cooperazione islamica e del gruppo arabo che – assieme alla Turchia – attaccano gli Stati Uniti di voler proteggere Israele a costo dei civili palestinesi. Ieri poi nel colloquio telefonico tra Netanyahu e il Presidente Putin è stato fatto notare da Israele il non gradimento per il sostegno russo alle politiche dell’Iran, in costante minaccia contro la sopravvivenza dello Stato ebraico.

Secondo quanto trapela dall’Afp la bozza del testo che verrà utilizzato – ricordiamo che in Assemblea le risoluzioni non sono vincolanti – è molto simile alla risoluzione respinta dal Consiglio di Sicurezza per il veto americano. Importante svolta arriva intanto dai Paesi “forti” in Ue che aderiscono al piano presentato dall’Alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell che in pratica sostiene la necessità di adottare sanzioni contro Hamas: i ministri degli Esteri di Italia, Germania e Francia (Tajani, Baerbock e Colonna) hanno inviato una lettera a Bruxelles sostenendo la proposta Borrell, «serve creare un regime sanzionatorio contro i dirigenti di Hamas in solidarietà ad Israele e per contrastare le operazioni terroristi che del gruppo». Roma, Parigi e Berlino dunque sostengono appieno «la proposta che dovrebbe permettere all’Ue di colpire i membri di Hamas, i gruppi affiliati e i sostenitori delle sue attività destabilizzanti». L’Italia con il Ministro della Difesa Guido Crosetto, dopo aver sostenuto il pacchetto di sanzioni contro Hamas lancia anche un appello rivolto a Israele e al suo gabinetto di guerra presieduto dal Premier Netanyahu: «sì alla paura per motivi umanitarie, le democrazie sono diverse dai terroristi», ha detto il titolare della Difesa al forum Adnkronos.