Secondo il giornalista e blogger Maurizio Blondet il crescente clima di guerra tra Grecia e Turchia per la contesta su alcune isole elleniche nel Mediterraneo orientale vedrà sì l’intervento di mediazione dell’Unione Europea per scongiurare uno scontro marittimo, ma con un peso preponderante dato ad uno dei due attori in campo. «Il 22 luglio scorso, Angela Merkel sembrava aver scongiurato con la sua frettolosa mediazione un conflitto tra Atene ed Erdogan», scrive il giornalista sul suo portale illustrando i passaggi che hanno portato la prima “disfida” nel Mediterraneo e quella di nuovo riesplosa nelle ultime ore davanti all’isola di Kastellorizo. «Merkel aveva invitato lui e i greci a avviare “un dialogo” allo scopo di appianare le loro storiche contese attraverso “la de-militarizzazione dell’Egeo, delle isole contese e della riscrittura della piattaforma continentale greca”»: secondo Blondet proprio questa mediazione avrebbe portato la Grecia ad essere “de-privata” di territori per essere ceduti sostanzialmente alla Turchia di Erdogan, primo Paese per affari sugli armamenti della Germania a guida Cancelliera. Con la “riscrittura della piattaforma continentale greca”, Merkel ha di fatto invitato il Governo Mitsotakis a cedere qualche isola ellenica troppo vicina alla costa turca: in questo modo però, al netto della mediazione che ora dovrà di nuovo fare l’Europa dopo l’appello della Grecia contro la Turchia, il rischio è che sia ancora Erdogan ad uscirne vincitore.



LA “MEDIAZIONE” PRO ERDOGAN

Blondet critica fortemente il “metodo” europeista di Merkel e Macron, bollandoli come «servitori di Rothschild» e ideatori della politica di «imporre con ricatti» gli obiettivi reali di Parigi e Berlino. Secondo il giornalista ex Avvenire, Berlino continua a scegliere Ankara, di cui è da sempre il primo fornitore di armamenti: «Ora che la Germania è stata costretta a partecipare all’embargo di armi a Erdogan dopo che lui ha cominciato ad usarle contro i curdi di Siria, il ministro degli esteri Heiko Maas ha subito detto che l’embargo contro la Turchia “non si applica all’armamento navale», scrive ancora Blondet definendo comprensibile la scelta di Atene di rivolgersi all’Egitto e non all’Europa per l’accordo sulla definizione della Zona Economica Esclusiva marittima tra i due Paesi. La Grecia chiede protezione militare e geopolitica all’Egitto e non all’Unione Europea, fattore che dovrebbe scatenare numerose riflessioni sullo stato degli “affari” sull’asse mediterranea. Da un lato Atene-Egitto, dall’altro l’accordo Erdogan-Libia e in mezzo l’Europa che ora deve cercare una mediazione difficile e non senza sacrifici: «Noi ci possiamo solo complimentarci con la pseudo-mediazione distratta di Angela Merkel, quando si dovrà concludere che essa è causa della guerra che cova nel Mediterraneo Orientale», conclude in maniera pesantissima Blondet sul blog.

Leggi anche

ATTACCO TERRORISTICO IN TURCHIA/ Dietro le ombre curde, i “fili” che portano in IsraeleCOMMERZBANK/ I "territori inesplorati" tra il no di Berlino e l'insistenza di Unicredit (e Ue)