La querelle attualmente in corso sul giornalista William J. A.m.p.i.o. (nella realtà, William J. Broad) così come pronunciato dal professor Alessandro Orsini e le risposte dello stesso, affidate al canale Youtube, ancora una volta si fermano alla superficie del problema.

Riassumendo il tutto e andando al contenuto della relazione su Youtube del 18 dicembre scorso, Orsini esamina la violazione, da parte della Russia, del memorandum di Budapest del 1994 che garantiva l’inviolabilità del territorio ucraino. Nella sua argomentazione, il prof. Orsini ricorda che, dopo il 1994, la Nato, a partire dal 1999, si è estesa ad est, per poi ricordare la guerra della Nato contro la Serbia del 1999, e persino l’intervento in Libia del 2011 sottolineando che “gli accordi di Budapest non prevedevano l’allargamento della Nato”.



In sintesi, l’argomentazione del docente è che la situazione geopolitica europea nel 2022 era radicalmente cambiata rispetto a quella del 1994. Orbene le critiche e gli sfottò di gran parte della stampa riguardano quasi esclusivamente lo sfondone (che, peraltro, lo stesso Orsini ha definito come una provocazione voluta) e non analizzano il merito delle affermazioni. Una lodevole eccezione è quella di Stefano Magni che sul sito nicolaporro.it ha sottoposto la lezione di Orsini a una critica stringente e motivata.



Perché ciò che va criticato nell’intervento di Orsini è proprio l’aver dato pastura per menti semplici, ripetendo il mantra della questione dell’allargamento della Nato e spiegando ben poco del memorandum di Budapest. Per cui qui provvediamo:

1) a integrare l’informazione e 2) a suggerire un altro tipo di intervento che può rendere in maniera più efficace le ragioni della Russia.

E questo perché è sempre stimolante mettersi nei panni dell’avversario e cercare di comprenderne ragioni e mentalità, proprio per aiutare a progredire, come auspica Orsini, da mente semplice a mente complessa.



Innanzitutto sarebbe utile che i lettori sapessero di cosa si sta parlando. Il testo (tradotto dalla versione redatta nella lingua diplomatica francese perché ammetto, nella mia ignoranza, di non saper usare il traduttore di Google) è reperibile qui.

Ucraina, Federazione russa, Regno Unito e Stati Uniti, “felicitandosi per l’adesione dell’Ucraina al Trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari in qualità di Stato non dotato di armi nucleari; considerato che l’Ucraina si è impegnata a eliminare tutte le armi nucleari nel proprio territorio entro un termine preciso; notando che i cambiamenti intervenuti nella situazione di sicurezza su scala mondiale, alla fine della Guerra fredda e che hanno creato le condizioni necessarie per una forte riduzione delle forze nucleari, gli Stati firmatari riaffermano:

1. il proprio impegno verso l’Ucraina … di rispettare la sua indipendenza e sovranità, così come le sue frontiere esistenti.

2. il proprio obbligo di astenersi dal ricorrere alla minaccia o all’impiego della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica dell’Ucraina e che nessuna delle loro armi sarà utilizzata contro l’Ucraina se non per legittima difesa o in altra maniera conforme alle disposizioni dell’Onu.

3. il proprio impegno verso l’Ucraina di non ricorrere a coercizione economica al fine di subordinare ai propri interessi l’esercizio, da parte dell’Ucraina, dei diritti inerenti alla propria sovranità e ricavarne un qualsiasi vantaggio. [punto non citato da Orsini, nda]

4. il proprio impegno di chiedere al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di intervenire immediatamente per venire in aiuto dell’Ucraina, in quanto Stato non dotato di armi nucleari .. qualora fosse oggetto di aggressione o di una minaccia di aggressione facente ricorso all’arma nucleare.

5. Il proprio impegno di non utilizzare armi nucleari contro uno Stato non dotato di armi nucleari, salvo in caso di attacco diretto nei propri confronti, nei propri territori o territori dipendenti, le proprie forze armate o propri alleati da parte di uno stato associato o alleato a uno Stato dotato di armi nucleari. [punto non citato da Orsini, nda]

6. Gli Stati firmatari si consulteranno nel caso in cui una questione sarà posta a riguardo degli impegni sopra enunciati. [punto non citato da Orsini, nda]

Budapest, 5 dicembre 1994.”

A Budapest e non a Mosca come affermato sempre da Orsini al minuto 2:39 del filmato su Youtube. Sarebbe interessante sapere cosa stesse leggendo il docente. Per il resto l’intervento del docente appare inconferente con le clausole del memorandum.

Si propone allora il seguente commento, ben sapendo che argomentazioni legali possono essere dette in molti modi, più o meno efficaci: commento che riprende alcuni punti di vista russi basati su dati giuridici oggettivi. Con questo non intendo esprimere un parere filorusso: intendo solo dire che quando le cose vengono fatte alla “pene di segugio” (cit. Gianni Brera) diventano mine a tempo che esplodono a distanza di decenni se non sono attentamente monitorate.

“Cari occidentali – potrebbe dire il Lavrov di turno – ci state mantecando l’inguine con questo vostro memorandum di Budapest del 1994 e non da oggi ma almeno dal 2014 quando la Crimea è tornata nella Santa Madre Russia. Vorrei ricordare a voi tutti che quello era un ‘memorandum’, un impegno scritto sì ma non ratificato dalle nazioni firmatarie. Si tratta di un documento diplomatico contenente uno scambio di promesse fra le parti. Vi ricordate dell’impegno occidentale di non estendere la Nato del 1991? Anche quella era una promessa e avete detto che non era stata ratificata. Ebbene se non è valida quella, non è valida nemmeno questa. Chiaro? E poi va detto che, in tempi non sospetti, la Russia aveva già contestato questo rachitico memorandum. Già nel 1995 l’Ucraina, con la presidenza Kuchma, aveva abolito la costituzione del 1992 della repubblica autonoma di Crimea con atto unilaterale, senza prima consultarsi con gli Stati firmatari, come previsto dal punto 6 di questo aborto diplomatico, fatto che la Federazione Russa ha subito contestato. Come dice un vostro brocardo latino? inadimplenti non est adimplendum. E poi, cari occidentali, è inutile che facciate ‘le vergini dai candidi manti’. Se aveste voluto davvero proteggere l’Ucraina avreste previsto una clausola riguardante un intervento militare che vi siete ben guardati dall’inserire. Il memorandum è carta straccia e lo era sin dall’inizio. Dazvidania”.

Ecco cosa si poteva dire sul memorandum; ecco gli elementi sulla base dei quali il lettore può cercare di capire cosa accade. Perché studiosi e analisti devono informare il destinatario, dal ministro all’ultima delle capre, non per fare gli aruspici (“avevo previsto tutto!”) ma per essere l’anticamera delle loro decisioni.

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