Il rischio di una guerra nucleare spaventa tutti, soprattutto negli ultimi mesi, dopo che dalla Russia sono state avanzate ipotesi di utilizzo dell’atomica come risposta in risoluzione al conflitto in Ucraina. Ma anche alla luce degli ultimi accordi tra Seoul e Stati Uniti che propongono esercitazioni per essere pronti a gestire le crescenti minacce della Corea del Sud. L’avvocato Marco Valerio Verni dalle pagine di Difesaonline.it propone un’attenta analisi del diritto internazionale in merito all’uso delle armi atomiche. Cosa stabiliscono i trattati internazionali? Le risposte sono tutt’altro che confortanti.
Il delicato tema del nucleare vede la partecipazione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale. Proprio in seguito al tragico epilogo avvenuto a Nagasaki ed Hiroshima, distrutte con la bomba atomica da parte degli Stati Uniti. Già all’epoca la commissione stabilì tramite risoluzione “l’eliminazione dagli arsenali nazionali delle armi atomiche e di tutte le altre armi adattabile alla distruzione di massa“. Successivamente si sono espresse, varie volte, le organizzazioni internazionali contrarie all’uso di questo tipo di armi perchè prvocherebbero gravi danni anche a paesi terzi non coinvolti in operazioni belliche.
Cosa dice il diritto internazionale sull’uso delle armi atomiche
Anche la Corte Nazionale di Giustizia si è espressa in merito, perchè in realtà la questione resta controversa, non prevedendo un assoluto divieto, ma di fatto neanche la libera autorizzazione. La stessa corte aveva deliberato che “non è in grado di stabilire in modo definitivo se la minaccia o l’uso delle armi nucleari possano essere considerati legittimi o illegittimi in un caso estremo di autodifesa, in cui fosse in gioco l’effettiva sopravvivenza di uno Stato”.
Dunque la domanda resta aperta a varie interpretazioni, fino ad arrivare al 2017, quando il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari entrò in vigore stabilendo un espresso divieto all’utilizzo. Anche questa norma però non è applicabile a tutti ma solo agli Stati che hanno deciso di aderire al trattato. In pratica, nonostante la linea comune di pensiero sia quella di andare verso un globale disarmo nucleare, resta in atto un comune affidamento al “buon senso” nell’utilizzo delle armi nucleari, considerando tutte le gravi conseguenze umanitarie che potrebbero derivarne.
La simulazione di una bomba atomica su Roma
Qualche anno fa in un programma dell’università americana di Princeton era stato studiato uno scenario, con diverse fasi, per stabilire con esattezza gli accadimenti in ipotesi di distruzione delle basi Nato da parte della Russia. L’uso di 300 armi nucleari da parte della Russia porterebbe ad un contrattacco con 180 altrettante armi nucleari da parte della Nato, causando, 2,6 milioni di morti solo nelle prime ore degli attacchi.
Altrettanto terrificante è la simulazione fatta dal sito Nukemap, che propone lo sgancio di una bomba atomica su Roma. In questo caso ipotizzando come obiettivo il Colosseo, dopo l’impatto ci sarebbero oltre 109mila morti e 256mila feriti . I danni arriverebbero dall’obiettivo principale finoa Città del Vaticano con distruzione di edifici e numerosi ustionati gravi. Mentre la nube tossica arriverebbe fino al mare causando gravi conseguenze e distruzione per tutto il centro Italia.