Armi avanzate, in grado di mantenere l’equilibrio strategico del mondo. A questo, secondo Putin, sta lavorando la Russia attraverso la Rosatom, azienda statale che si occupa per il Cremlino dello sviluppo del nucleare. Un annuncio che potrebbe essere interpretato come un messaggio verso l’Occidente, per convincerlo che Mosca è forte e che, vista la stanchezza manifestata dagli Usa e da diversi Paesi europei nei confronti del conflitto in Ucraina, potrebbe essere il caso di iniziare a negoziare.
Così spiega le parole di Putin, contenute in un messaggio di congratulazioni inviato ai dipendenti Rosatom, Marco Bertolini, generale già comandante del Coi della Brigata Folgore in numerosi teatri operativi tra cui Libano, Somalia, Kosovo, Afghanistan. Parole, quelle del capo del Cremlino, accompagnate nelle stesse ore da quelle del ministro degli Esteri russo Lavrov, che ha ribadito la disponibilità di Mosca a negoziare, anche se alle sue condizioni.
Generale, cosa può voler dire oggi realizzare armi nucleari avanzate? Quali potrebbero essere le intenzioni di Putin?
Nelle armi nucleari oggi c’è poco da inventare. Quello che può fare la differenza è il vettore: con i missili ipersonici il grado di pericolosità aumenta perché sono difficili da intercettare. Credo comunque che Putin, al di là delle sue intenzioni specifiche sulla costruzione di nuove bombe, stia cercando di sfruttare il momento favorevole dovuto alla perdita di credibilità dell’offensiva ucraina. È vero che c’è un attivismo importante sul Mar Nero, ma questo non sposta più di tanto i termini del problema. Inoltre i Paesi occidentali sono tutti quanti più o meno stanchi della guerra. Non solo Polonia, Slovacchia e Ungheria, ma anche altri Paesi europei.
Quindi questo annuncio è per far pesare ulteriormente la sua forza?
Secondo me sì. Poi bisogna vedere cosa c’è sotto veramente, se c’è qualche belluria tecnologica alla quale stanno effettivamente lavorando. Se l’annuncio di queste nuove armi viene fatto adesso, perdendo l’effetto sorpresa, è perché Putin vuole sfruttare l’effetto mediatico e mettere pressione sulle opinioni pubbliche occidentali, dicendo loro che i rischi dovuti allo scontro militare possono aumentare.
Questa tesi può fare il paio con quelle di Lavrov che nelle stesse ore ribadiva la disponibilità russa a trattare, anche se alle condizioni di Mosca?
Le condizioni sono sempre quelle: vogliono Donbass, Crimea e l’Ucraina neutrale, cui si aggiungerebbero i territori di Kherson e Zaporizhzhia che hanno occupato. Per Putin è il momento di battere cassa, perché le tasche dei contribuenti occidentali cominciano a svuotarsi. Con Lavrov fa il gioco del poliziotto buono e cattivo. Il primo dice: “Abbiamo armi che potrebbero farvi molto male, ci stiamo lavorando”. L’altro invece dichiara: “Sappiate che siamo pronti a negoziare”. Tutto questo sapendo di parlare a Paesi stanchi del conflitto. Sono stanchi persino gli Usa che hanno lasciato iniziare questa sciagurata guerra.
Se i russi dovessero realizzare veramente queste armi avanzate gli americani cercheranno di fare lo stesso?
In questo momento se c’è un settore nel quale ci sono investimenti importanti è proprio quello delle armi. Questo avviene da parte di tutti, in particolare della Russia, impegnata direttamente nella guerra, e degli americani.
Russi, americani e cinesi in questi ultimi tempi avrebbero ampliato siti usati per i loro esperimenti nucleari: un segno che il pericolo nucleare è ancora dietro l’angolo?
È la conferma che in questo momento tutti stanno lavorando in questo campo. Sono comunque armi che non possono essere utilizzate in una guerra come quella ucraina. Vengono evocate per altri motivi: dichiarazioni come quelle di Putin hanno una valenza politica e strategica. Il messaggio è: “Smettiamola. Noi siamo forti e stiamo aumentando la nostra forza con queste nuove armi. Voi siete stanchi. Siamo pronti alla trattativa”.
La voglia di nucleare ha contagiato anche altri Paesi: l’Iran è sospettato da tempo di voler realizzare armi di questo tipo e ultimamente anche l’Arabia Saudita ha chiesto aiuto agli Usa per sviluppare il suo programma riguardo a questa energia. Una tendenza pericolosa?
L’Iran ufficialmente non ha detto che vuole il nucleare per le armi, ma che vuole sfruttarlo per l’energia, così come fanno molti Paesi occidentali. Credo che non convenga neanche alla Russia che Teheran abbia una capacità del genere dal punto di vista bellico. Probabilmente aiuterà gli iraniani ad avere il nucleare per il civile, per ingraziarseli o anche come forma di rappresaglia verso gli Stati Uniti. L’Iran adesso è un alleato dei russi, visto e considerato che è nei Brics.
Preoccupa anche il programma nucleare dei sauditi?
Questi Paesi ormai sono delle potenze, sono importanti in termini di popolazione e risorse. Ma credo che non sia neanche negli interessi degli Stati Uniti armare l’Arabia Saudita, anche se si tratta di un alleato consolidato. Il fatto di parlare di questi temi, comunque, non fa altro che aumentare la fibrillazione.
(Paolo Rossetti)
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