La guerra nucleare risolverebbe la crisi climatica? Un interrogativo all’apparenza assurdo, che però si sta facendo strada sui social mentre crescono le tensioni a livello internazionale, soprattutto per la guerra in Ucraina. Nei giorni scorsi il popolare account di scienza e ingegneria World of Engineering che vanta oltre 2,4 milioni di follower ha spiegato il possibile legame tra una guerra nucleare e la fine dell’emergenza climatica. «Il fumo delle città incenerite sale in alto nell’atmosfera, avvolgendo il pianeta in una coltre di fuliggine che blocca i raggi del Sole. Le temperature globali si abbassano di 2,25 gradi Fahrenheit (1,26 gradi Celsius) per 2 o 3 anni dopo la guerra. Nelle aree più tropicali le temperature potrebbero scendere da 5,4 a 7,2 gradi F (da 3 a 4 gradi C)».



Poco dopo Donald Trump Jr, figlio dell’ex presidente Usa, come riportato da Newsweek, ha affrontato la stessa questione, affermando di aver letto un articolo su come «una piccola guerra nucleare… potrebbe essere positiva per il riscaldamento globale o la crisi climatica». Ci sono numerosi studi che suggeriscono come una guerra nucleare avrebbe un effetto di raffreddamento globale, almeno sulla terraferma, ma sarebbe temporaneo, quindi non risolverebbe il problema del riscaldamento globale o la crisi climatica in generale.



Lo studio sugli effetti di una guerra nucleare sulla crisi climatica

Uno studio pubblicato sulla rivista Nature Food nell’agosto di quest’anno da ricercatori di diverse istituzioni di tutto il mondo ha suggerito che una guerra nucleare espellerebbe grandi quantità di fuliggine nell’alta atmosfera, che si diffonderebbe a livello globale, raffreddando rapidamente il pianeta. L’entità di questo effetto chiaramente dipenderebbe dalla portata della guerra nucleare. Lo studio, comunque, ha usato un esempio ipotetico di guerra nucleare tra India e Pakistan, sostenendo che potrebbe generare da 5 a 47 Tg di fuliggine nella stratosfera, mentre un’ipotetica guerra nucleare più grande tra Usa, i loro alleati e la Russia produrrebbe oltre 150 Tg di fuliggine. Secondo il professor Alan Robock, che insegna scienze climatiche al Dipartimento di Scienze Ambientali della Rutgers University ed è uno dei co-autori dello studio, a Newsweek ha dichiarato che la stima di World of Engineering è «sbagliata» e che gli effetti sul clima «dipendono completamente dalla quantità di fumo». Per quanto riguarda la durata degli effetti, non dipende dalla quantità di fumo: «Per tutti gli scenari, ci sarà un periodo di cinque anni di effetti massimi». Robock ha spiegato che il motivo per cui una guerra nucleare ridurrebbe le temperature è che la fuliggine salirebbe abbastanza in alto nell’atmosfera e non ci sarebbe pioggia a lavarla via. Quindi, la fuliggine assorbirebbe la luce solare rendendo la superficie terrestre scura e fredda. Ma gli effetti sarebbero temporanei, motivo per il quale non è corretto affermare che ciò risolverebbe il problema del riscaldamento globale. Inoltre, non è detto il previsto calo delle temperature globali sarebbe in qualche modo benefico per l’umanità, anzi si mette in guardia dalle terribili conseguenze di un simile evento.



“Guerra nucleare? Catastrofe anche per sicurezza ambientale”

Infatti, una guerra nucleare potrebbe peggiorare di molto le cose, causando una nuova crisi climatica. «Un fattore che non abbiamo ancora studiato a fondo è l’impatto dell’aumento della luce ultravioletta (UV) sulle colture, sugli esseri umani e sugli ecosistemi», ha dichiarato Alan Robock. Questo perché l’ozono nella stratosfera verrebbe distrutto dal riscaldamento, quindi un’elevata quantità di raggi ultravioletti raggiungerebbe la superficie. Il fumo assorbirebbe l’eccesso di raggi UV per diversi anni prima che i suoi effetti possano farsi sentire in superficie, ma per quanto riguarda la quantità più bassa di fumo, gli effetti invece si farebbero sentire immediatamente. «Il cambiamento della temperatura, delle precipitazioni e della luce solare influirebbe anche sugli ecosistemi, e questo merita ulteriori studi. Non sarebbe una buona cosa, ma nessuno ha ancora quantificato gli effetti», ha aggiunto l’esperto. Lo studio di agosto, dunque, sostiene che la guerra nucleare produrrebbe uno sconvolgimento climatico, che sì comprende un rapido raffreddamento, ma avrebbe anche un impatto sui sistemi di produzione alimentare globali sulla terra e negli oceani e questo causerebbe «una catastrofe globale per la sicurezza alimentare».

Perché guerra nucleare non è soluzione a crisi climatica

Bisogna poi tener conto che una grave riduzione dei raccolti nei principali Paesi esportatori, come Usa e Russia, provocherebbe restrizioni alle esportazioni e colpirebbe i Paesi che dipendono dalle importazioni. Una questione che conosciamo bene alla luce di quanto accaduto, ad esempio, per il grano ucraino. In conclusione, seppure sia vero che anche una piccola guerra nucleare potrebbe avere un effetto di raffreddamento globale, è sbagliato sostenere che questo risolverebbe la crisi climatica. In primis perché gli effetti di raffreddamento sarebbero temporanei, ma anche perché un inverno nucleare sarebbe di per sé una crisi climatica, visto che causerebbe carenze alimentari a livello globale e potenzialmente miliardi di morti (oltre 2 miliardi nel caso di guerra nucleare tra India e Pakistan, oltre 5 miliardi in caso di una tra Usa e Russia). Altri studi, riporta Newsweek, poi evidenziano anche i potenziali impatti indiretti di questo tipo di guerra, come gli immensi danni agli oceani, che probabilmente porteranno a ulteriori conseguenze negative e meno prevedibili per il pianeta.