Continuano a preoccupare le tensioni al confine tra Serbia e Kosovo, con il pericolo di una guerra tra i due Paesi che aggraverebbe lo scenario bellico europeo, sul quale grava già il peso del conflitto in corso in Ucraina e avviato il 24 febbraio 2022 dalla Russia. Come vi raccontavamo nelle scorse ore, il Kosovo ha abbassato la saracinesca, chiudendo il principale valico di frontiera con la Serbia in prossimità di Podujevo, in risposta al blocco che alcuni militanti serbi hanno effettuato a loro volta lungo il lato di loro pertinenza.
Le proteste, com’è ormai noto, sono divampate a seguito dell’arresto (ai domiciliari) di un serbo, ex poliziotto kosovaro, reo – secondo le autorità di Pristina – di avere condotto attacchi ai danni dei funzionari della commissione elettorale. Storicamente, la Serbia non ha mai riconosciuto l’indipendenza del Kosovo dopo la secessione e da tempo ne rivendica il territorio. Intanto, Ue e USA invitano Kosovo e Serbia a evitare la guerra e ad adottare misure immediate per ripristinare la calma, anche se al confine si sono uditi nuovi spari.
GUERRA TRA SERBIA E KOSOVO? LE PAROLE DI ANTONIO TAJANI
“Chiediamo a tutti di esercitare la massima moderazione, di agire immediatamente per ridurre incondizionatamente la situazione e di astenersi da provocazioni, minacce o intimidazioni”, si legge in una nota congiunta di Bruxelles e Washington sulla possibile guerra tra Serbia e Kosovo. “Stiamo lavorando con il presidente Vučić e il primo ministro Kurti per trovare una soluzione politica al fine di disinnescare le tensioni e concordare la via da seguire nell’interesse della stabilità, della sicurezza e del benessere di tutte le comunità locali”.
Dal canto suo, invece, la Russia ha comunicato che “il Cremlino sostiene le misure adottate da Belgrado. Il Paese difende i diritti dei serbi che vivono in condizioni difficili. Naturalmente, reagiscono con forza quando questi diritti vengono violati”. A commentare per l’Italia la situazione tra Serbia e Kosovo, con una potenziale guerra sullo sfondo, è stato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il quale ha asserito: “Lavoriamo intensamente da mesi con una presenza sempre più forte dell’Italia e dei nostri militari al confine con la Serbia, che sono portatori di pace, e credo che i risultati si siano visti, ho ricevuto apprezzamenti. Mi pare che la situazione sia meno tesa. Ho sentito più volte il presidente serbo Vucic e il primo ministro kosovaro Kurti invitandoli a non compiere gesti unilaterali. Per noi, la stabilità della regione è fondamentale“.