Dopo le Sdf anche l’Osservatorio siriani per i Diritti Umani riporta di spari delle forze turche dopo il cessate il fuoco imposto dall’accordo Usa-Erdogan di ieri pomeriggio: 20 cittadini sarebbero stati feriti da colpi di pistola durante i festeggiamenti per la tregua nella città di Al-Hasaka, Al-Qamishli. I curdi accusano Erdogan di aver fatto il doppio gioco con gli Stati Uniti e la Nato per “mostrare” di voler interrompere la guerra salvo poi continuarla di “sottobanco”. Nel frattempo da Amnesty International arriva il pesantissimo atto di denuncia contro Ankara per “crimini di guerra” perpetrati nei pochi giorni di scontri e invasione nel nord della Siria: «L’esercito turco e le milizie siriane sue alleate hanno compiuto crimini di guerra durante l’operazione militare contro i curdi nel nord-est della Siria», attacca la ong, sottolineando poi come sia stata ignobile la serie di violazioni e crimini di guerra, «omicidi sommari e attacchi illegali con vergognoso disprezzo per la vita dei civili nel corso dell’offensiva lanciata il 9 ottobre scorso». Sempre Amnesty ricorda come tra queste esecuzioni vi sia stata anche quella dell’attivista curda Hevrin Khalaf e della sua guardia del corpo «da parte di milizie siriane addestrate e armate dalla Turchia». Il clima internazionale è pessimo e lo dimostra anche l’ultima missiva lanciata da Ankara contro l’Italia per le parole spese da Conte e Di Maio nei giorni scorsi: «Le dichiarazioni del governo italiano sulle azioni militari della Turchia in Siria hanno provocato un danno nelle relazioni diplomatiche. Mi auguro possa essere riparato velocemente perché potrebbe avere conseguenze negative», attacca in una nota l’ambasciatore turco in Italia Murat Salim Esenli. (agg. di Niccolò Magnani)



IGNORATO IL CESSATE IL FUOCO DALLA TURCHIA?

E’ durata solo poche ore la tregua fra la Turchia e la Siria. Nonostante nelle scorse ore sia stata raggiunta un’intesa ad Ankara per cinque giorni di stop ai conflitti, pari a 120 ore, stando a quanto riferito dall’osservatorio siriano per i diritti umani, vi sono ancora sporadici combattimenti nella città di Ras al-Ain, situata sul confine turco-siriano. Anche in base a quanto riferito dai miliziani curdi, l’esercito turco starebbe continuando a sparare colpi di artiglieria. Una fonte delle Sdf, le forze democratiche siriane che hanno combattuto l’Isis nelle scorse settimane, ha infatti confermato che “i colpi di artiglieria turca continuano”. A questo punto resta da capire il perché di questi conflitti ancora in atto: uno schiaffo alla tregua di ieri sera o evidentemente l’esercito turco non ha ancora recepito il messaggio? Sono attesi aggiornamenti nel corso della giornata. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



GUERRA TURCHIA-SIRIA, SIGLATA LA TREGUA

E’ stata siglata la tregua fra la Siria e la Turchia, una pausa ai conflitti che durerà 5 giorni, 120 ore. A riuscire a far desistere Erdogan dal proseguire l’avanzata del suo esercito è stata la delegazione degli Stati Uniti che ieri era presente ad Ankara proprio per incontrare il presidente turco: il vicepresidente Usa, Mike Pence, e il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, hanno colloquiato a lungo con Erdogan, per poi trovare un’intesa. Gli Stati Uniti favoriranno l’evacuazione dei combattenti curdi dalla zona di sicurezza concordata, e qualora i miliziani si dovessero ritirare definitivamente, a quel punto la guerra potrà dirsi conclusa per sempre. “Il nostro impegno con la Turchia – le parole di Mike Pence riportate da Rai News – è che collabori con i membri dell’Ypg per facilitare un ritiro ordinato nelle prossime 120 ore”. Il ritiro è letteralmente già iniziato”. Come conseguenza al cessate il fuoco, gli Usa si dicono pronti a porre fine alle sanzioni contro Ankara.



GUERRA TURCHIA-SIRIA: TREGUA DI 120 ORE, FELICITÀ TRUMP

Il colloquio fra le due delegazioni è durato un’ora e quaranta minuti, alla presenza anche del mediatore James Jeffrey, ex ambasciatore Usa ad Ankara, nonché inviato speciale di Donald Trump per la Siria e la coalizione anti-Isis. “Questo è un grande giorno per la civiltà – il tweet di felicità pubblicato dal tycoon Usa subito dopo la notizia – sono orgoglioso degli Stati Uniti per essermi rimasti fedeli nel seguire un percorso necessario, anche se non convenzionale. La gente ha provato a fare questo ‘accordo’ per molti anni. Milioni di vite saranno salvate. Congratulazioni a tutti”. A conferma del patto, le parole dei militari siriani e di quelle dei miliziani curdi, pronti a rispettare il patto siglato. Nell’incontro di ieri è stata anche confermata la visita di Erdogan alla Casa Bianca, programmata per il 13 novembre prossimo, fra meno di un mese.