Nuovi aggiornamenti sulla guerra Turchia Siria. Alta tensione tra Usa e Ankara dopo il raid “errato” contro una base statunitense: «Erdogan sapeva che in quell’area c’erano truppe americane», il commento di Brooke Dewalt, portavoce del Pentagono. L’attacco non ha avuto conseguenze, nessun soldato delle forze speciali è rimasto ferito, ma la difesa statunitense ha avvertito Erdogan: eventuali altre azioni potrebbero tradursi in una immediata azione Usa. La comunità internazionale ha condannato l’attacco turco e la Germania ha mosso i primi passi concreti: fermata la vendita di armi ad Ankara. «Considerando l’offensiva militare turca nel nord-est della Siria, il governo federale non concederà nuove autorizzazioni per tutti gli armamenti che potrebbero essere usati dalla Turchia in territorio siriani», le parole di Heiko Maas, ministro degli Esteri di Berlino. Come riporta l’Ansa, anche la Lega Araba ha preso le distanze da Erdogan: annunciate «misure urgenti per far fronte all’aggressione turca contro la Siria», tra cui la riduzione delle relazioni diplomatiche, la cessazione della cooperazione militare e la revisione delle relazioni economiche. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



GUERRA TURCHIA SIRIA: PAESI BASSI SOSPENDONO FORNITURA ARMI

Prosegue l’offensiva della Turchia nella Siria del nord. Nonostante appelli da ogni angolo della terra, Erdogan non ha alcuna intenzione di fermarsi, ed è intenzionato a portare fino in fondo il suo conflitto nei confronti dei miliziani curdi, considerati dallo stesso presidente turco dei terroristi. Già centinaia le vittime, e nel contempo sono moltissimi i siriani in fuga in cerca di riparo, per una situazione critica che rischia di esplodere da un momento all’altro. Nel frattempo l’Unione Europea ha iniziato a reagire nei confronti della Turchia, a cominciare dai Paesi Bassi, che hanno deciso di sospendere le forniture di armi ad Ankara fino alla fine delle azioni militari, come dichiarato dal vicepremier olandese Hugo de Jonge. L’Olanda ha rifornito i turchi di 29 milioni di euro di armi l’anno passato, e di conseguenza trattasi di una perdita importante. In coda anche Danimarca e Norvegia, mentre gli Stati Uniti sono prossimi all’introduzione di pesantissime sanzioni, come annunciato da Mnunchin, segretario del Tesoro: “Gli Usa possono neutralizzare l’economia turca. Il Pentagono incoraggia fortemente la Turchia a terminare le azioni militari nei confronti dei curdi”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



GUERRA SIRIA TURCHIA: FUGA DI CIVILI

Escalation militare nella guerra tra Turchia e Siria, con centinaia di vittime tra le fila curde. Dopo il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, anche Ue e Usa hanno condannato il gesto di Recep Erdogan, ma l’ambasciatore di Ankara a Roma si è detto deluso dall’intervento del leader M5s: «Siamo scioccati dalle dichiarazioni del Governo italiano, non è ciò che ci aspettiamo da un alleato», sottolineando che «l’Italia è un partner strategico per la Turchia e per questo motivo nutriamo aspettative». «Almeno 100 mila persone in fuga dalla Siria», l’allarme lanciato dall’Onu pochi minuti fa. Come riporta Rai News, il segretario generale della Nato ha incontrato ad Ankara il presidente Erdogan ed ha sottolineato che «l’esclusione della Turchia dal Patto atlantico è fuori discussione». Jens Stoltenberg ha poi aggiunto: «La divergenza di vedute si può sempre risolvere, ma la Turchia è sicuramente il nostro alleato che più di tutti ha sofferto attacchi terroristici e ha accolto il più alto numero di profughi». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



GUERRA TURCHIA SIRIA, DI MAIO: “CONDANNIAMO OGNI INTERVENTO MILITARE”

Il ministro degli esteri italiano, Luigi Di Maio, è intervenuto sulla guerra in atto nel nord est della Siria dopo l’invasione della Turchia: “Condanniamo con forza ogni tipo di intervento militare – le parole del capo politico del Movimento 5 Stelle ai microfoni del quotidiani Repubblica – perché rischia di pregiudicare gli sforzi della coalizione anti Isis. La soluzione della crisi siriana – aggiunge e conclude – non può passare attraverso l’uso delle armi, ma attraverso dialogo e diplomazia. Il popolo siriano ha già sofferto abbastanza”. Intanto aumenta sempre più la possibilità che vengano imposte pesantissime sanzioni economiche alla Turchia, un’ipotesi ventilata ieri dagli Stati Uniti a cui oggi ha fatto riferimento anche l’Unione Europea: “La possibilità di imporre sanzioni alla Turchia – le parole della viceministra francese per gli Affari europei, Amelie de Montchalin – è sul tavolo e l’Ue ne discuterà al Consiglio europeo della settimana prossima. Non si può rimanere impotenti – ha aggiunto – di fronte a una situazione scioccante per i civili, per le forze siriane per 5 anni al fianco della coalizione anti-Isis, ma soprattutto per la stabilità della regione”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

GUERRA SIRIA-TURCHIA: UCCISO PRIMO MILITARE TURCO

E’ stato ucciso il primo soldato dell’esercito della Turchia, durante l’offensiva in Siria iniziata due giorni fa. Ad annunciarlo è stato il ministero della difesa di Ankara, specificano che altri tre militari sono rimasti coinvolti. Le forze curdo-siriane avevano specificato che i militari nemici uccisi erano cinque, ma tale indiscrezione per il momento non trova conferma. Secondo quanto riferito dalla Difesa, il militare sarebbe morto durante gli scontri con i “terroristi” delle Ypg, le unità di protezione del popolo: “Il nostro fratello d’armi – si legge sull’annuncio ufficiale – è caduto da martire il 10 ottobre in uno scontro contro i terroristi delle Ypg nella zona dell’operazione ‘Fonte di Pace'”. Per quanto riguarda i miliziani curdi morti dall’inizio del conflitto nel nord della Siria, il numero sarebbe invece pari a 227, in base a quanto riferito dallo stesso ministero turco. Al momento, come fa sapere l’osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, l’esercito di Erdogan sta proseguendo attorno alle località di Tall Abyad e Ras al Ayn, e undici località minori sono già state conquistate dalle forze turche.

GUERRA TURCHIA-SIRIA: UCCISO PRIMO MILITARE TURCO

L’offensiva turca è stata ovviamente criticata dalle forze politiche mondiali, a cominciare dall’Unione Europea, con la viceministra per gli Affari europei francese, Amelie de Montchalin, che ha spiegato che “la settimana prossima – le sue parole a France Inter – se ne discuterà al Consiglio europeo”. Negli Stati Uniti, invece, si lavora per imporre delle sanzioni ai turchi, e più di 20 parlamentari del partito repubblicano hanno dato il proprio sostegno alla proposta della deputata Liz Cheney, per punire appunto l’offensiva di Ankara: “Non si può rimanere impotenti di fronte a una situazione scioccante per i civili, per le forze siriane per 5 anni al fianco della coalizione anti-Isis”. Sulla vicenda è intervenuta anche la Tunisia che ha invitato Erdogan ad interrompere immediatamente le operazioni militari “per prevenire ulteriori spargimenti di sangue e proteggere la sovranità, l’unità e l’integrità territoriale della Siria”.