LA RUSSIA RISPONDE ALL’ATTACCO UCRAINO DI IERI: PIOGGIA DI RAID CONTRO LE STRUTTURE ENERGETICHE DI MEZZO PAESE
Solo 24 ore prima l’Ucraina aveva annunciato di aver sferrato la più massiccia ondata di attacchi contro la Russia dall’inizio della guerra nel febbraio 2022 e della controffensiva nel Kursk della scorsa estate: passa una sola giornata e Mosca si vendica (con gli interessi) distruggendo in poche ore svariate strutture energetiche e siti di gas all’interno della regione di Leopoli. La conferma arriva stamane dal Ministro dell’Energia ucraino Galushchenko che ha annunciato interruzioni di corrente “preventive” a seguito di un enorme attacco russo avvenuto questa notte: la diretta conseguenza è che “Ukrenergo” ha segnalato interruzioni di corrente di emergenza nelle regioni di Zaporizhia, Dnipropetrovsk, Kirovograd, ma anche a Kharkov, Sumy, Poltava.
Secondo quanto raccolto finora, nasce tutto nella regione di Poltava dove già stanotte un missile X-101 ha colpito strutture presso l’area dell’aeroporto di Mirgorod: secondo quanto filtra da diversi canali Telegram informati sulla guerra in Ucraina, è poi l’intera regione di Leopoli a subire attacchi massicci dalle forze russe, coinvolgendo anche la vicina regione di Ivano-Frankivsk. Secondo quanto spiega il Ministro della Difesa ucraino, l’attacco sarebbe poi stato effettuato anche vicino all’aeroporto di Cherkasy, dove gli aerei dell’esercito di Kiev decollano per colpire le posizioni controllate dai russe in direzione della centrale nucleare di Zaporizhia.
Il bilancio è drammatico, per fortuna non dal punto di vista delle vittime (che al momento non vengono segnalate): 40 missili, 70 droni e una semi-completa distruzione delle infrastrutture energetiche a Leopoli, tema non da poco trovandoci nel rigidissimo inverno russo-ucraino. I blackout preventivi imposti dal Governo Zelensky hanno ridotto i danni a lungo termine, ma la ritorsione russa scattata dopo i raid ucraini contro gli impianti chimici, petroliferi e di munizioni nell’aerea di Engels sembra aver colpito nel segno. «Siamo nel mezzo dell’inverno e l’obiettivo dei russi resta immutato: la nostra infrastruttura energetica», denuncia su X il Presidente ucraino che critica anche la difesa occidentale e gli aiuti promessi negli scorsi mesi.
LA “PACE” UCRAINA-RUSSIA SOLO CON GLI USA: L’ALERT DEL CREMLINO SULLA GUERRA INFINITA…
Per Zelensky, lo scudo aereo promesso nell’ultimo summit NATO «non è stato parzialmente rispettato»: pur ringraziando i continui aiuti dell’Occidente verso Kiev, gli attacchi di Mosca contro le proprie riserve energetiche hanno evidenziato una debolezza strutturale difficile da colmare in poco tempo. Come se non bastasse, nel corso della giornata di oggi da Kiev è stato lanciato l’allarme nazionale per lancio di missili da crociera contro le aree di Poltava, Mykolaiv e Kryvyi Rig: con la contro-offensiva russa nel Kursk, e con il Donbass ormai quasi del tutto compromesso, lo scenario della guerra in Ucraina è tutt’altro che “positivo” in questo frangente per il Governo Zelensky.
Per tutti questi motivi, le voci su un possibile negoziato diretto fra Trump e Putin da lanciare appena insediato il Presidente eletto degli Stati Uniti proseguono con conferme tanto da Mosca quanto da Washington: che sia Svizzera, Qatar, Emirati Arabi Uniti o altri Paesi terzi, il vertice tra i due leader mondiali si dovrebbe fare nei prossimi mesi e il tema della guerra Ucraina-Russia è in cima (per distacco) al possibile odg. Secondo quanto ribadito però stamattina dal consigliere del Cremlino, Nikolai Patrushev, intervistato da “Kp.Ru”, non ci dovranno essere altri attori internazionali nel vertice per la pace in Ucraina: «I negoziati sull’Ucraina devono tenersi fra Russia e Stati Uniti senza la partecipazione di alcun altro Paese occidentale». È una risposta secchissima contro il Regno Unito e contro l’Europa stessa, citati come “non graditi” nel tavolo diplomatico che potrebbe sbloccare una tregua definitiva in Ucraina. Al netto delle ulteriori minacce rilanciate contro Kiev («a fine 2025 potrebbe non esistere più come Stato»), il consigliere di Putin – che siede tra l’altro anche nel Consiglio di Sicurezza Nazionale – aggiunge che l’Unione Europea non ha alcun diritto di parlare in rappresentanza di Stati come la Romania, la Slovacchia e l’Ungheria che in questi mesi si sono «interessati alla stabilità in Europa per una politica equilibrata sulla Russia».