Sulla guerra in Ucraina scatenata dalla Russia, il Sud America continua ad aggrapparsi alla sua neutralità. Argentina, Brasile, Colombia e Messico non solo non hanno aderito alle sanzioni contro la Russia, ma hanno anche escluso di inviare armi agli ucraini come richiesto da Stati Uniti e Unione europea. Le pressioni non sono mancate. Ad esempio, il generale Laura Richardson, a capo del Comando meridionale Usa (che copre tutti i Paesi e territori dell’America Latina, ad eccezione del Messico), ha offerto alla Colombia un accordo. Se avesse accettato di mettere a disposizione dell’Ucraina i suoi circa 50 vecchi elicotteri Mi-8 e Mi-17 di fabbricazione sovietica, avrebbe sostituito i velivoli con nuove attrezzature made in USA.



Come ricostruito da Libération, la risposta del presidente Gustavo Petro è stata netta: «Terremo queste armi, anche se dovessimo trasformarle in rottami metallici. Non siamo dalla parte di nessuno, se non da quella della pace». Una posizione in linea con l’atteggiamento degli altri leader del Sud America dall’inizio della guerra. Fatta eccezione per i Paesi con regimi apertamente russofili, come Cuba, Nicaragua e Venezuela, la maggioranza dei Paesi latinoamericani ha condannato l’invasione di Vladimir Putin e ha votato a favore delle risoluzioni dell’Onu, ma si è astenuta da qualsiasi sanzione e ha rifiutato di inviare equipaggiamenti militari.



PERCHÉ SUD AMERICA NON SOSTIENE L’UCRAINA

Le richieste arrivate da Stati Uniti e Unione europea sono state molteplici. Ad esempio, il presidente dell’Argentina ha ricevuto il cancelliere tedesco Olaf Scholz durante il tour sudamericano di quest’ultimo. «Non intendiamo inviare armi» all’Ucraina, la replica di Alberto Fernandez. Stessa risposta ha ricevuto in Cile e Brasile, ma il neoeletto Lula è stato ancor più freddo. «Continuo a pensare che quando non si vuole, non si combatte. Bisogna volere la pace». Inoltre, ha chiesto alla Cina di svolgere un ruolo di primo piano nei negoziati di pace. Le ragioni di questa neutralità sono molteplici, secondo quanto riportato da Libération. In primis, bisogna tener conto del fatto che la guerra sembra molto lontana, poi ci sono «vecchi riflessi anti-Yankee». Non bisogna poi dimenticare che la Cina ha investito molto in Sud America, dove la Russia esporta fertilizzanti chimici importanti per le industrie agroalimentari sudamericane. Ci sono poi asset che consentono al Sud America di restare neutrale, a partire dalle sue ricercatissime materie prime. Il petrolio del Venezuela è una questione strategica per gli Stati Uniti, che infatti ha cambiato rotta sulle sanzioni contro il regime di Nicolas Maduro. Argentina e Cile hanno poi grandi riserve di litio per produrre batterie che servono alle industrie automobilistiche francesi e tedesche per i veicoli elettrici.

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