La guerra in Ucraina raccontata dall’esercito russo

Il New York Times ha pubblicato un lungo e dettagliato reportage sulla guerra in Ucraina, partito da una lunga serie di interviste, intercettazioni e documenti, in parte ufficiali ed in parte rilasciati da militari russi. Tutto, nella testa di Vladimir Putin partì come una “passeggiata nel parco“, ma nell’arco di pochissimo tempo si è trasformato in una catastrofe sotto quasi tutti i punti di vista.



A parlare della guerra in Ucraina con il NY Times sono state le truppe della 115esima brigata di fanteria navale, una delle ultime inviate sul territorio ucraino. Raccontano di essere stati mandati in missione senza mappe, oppure con mappe risalenti agli anni ’60, senza kit medici o walkie talkie funzionanti.

Loro, prima della guerra in Ucraina, erano meccanici e baristi, che nell’arco di poche ore si sono trasformati in soldati professionisti e medici di campo, senza nessuna formazione vera e propria. Molti non avevano mai sparato neanche con una pistola, o neppure assistito ad un combattimento vero, e sono stati armati di kalashnikov di mezzo secolo fa, senza quasi proiettili da sparare. La Russia era in guerra da quasi sei mesi quando la 115esima ha raggiunto il campo, ma secondo la truppa, sembrava più impreparata che mai.



Guerra in Ucraina: antefatti di un disastro annunciato

Secondo quanto appreso in seguito alla sua inchiesta, il NY Times è giunto alla conclusione che la guerra in Ucraina sia stata, da parte della Russia, un susseguirsi di errori valutativi e strategici, partiti dalla decisione di far partire l’invasione. I piani di invasione, visionati dalla redazione del giornale, parlavano di una guerra lampo, con l’esercito che rapido sarebbe arrivato a Kiev per conquistarla. Agli ufficiali fu anche consigliato di portarsi le uniformi in visione della parata.

A poco servirono i consigli degli strateghi di Vladimir Putin, fortemente contrari alla guerra in Ucraina, perché lui aveva giù deciso. Il leader russo in quel periodo si trovava isolato, racconta il giornale, ossessionato dalla sua eredità culturale e politica, ed anche estremamente fiducioso di se stesso. L’hanno confermato in diverse interviste anche vecchi soci di Putin, che ne parlano come di un uomo ossessionato da se stesso, ma anche estremamente isolato. Molti consiglieri rimasero all’oscuro della guerra in Ucraina finché i primi carri non partirono, ma era già troppo tardi.



Gli errori della guerra in Ucraina

Insomma, Putin ha deciso di iniziare, contro il consiglio della maggior parte dei suoi consiglieri e con un esercito impreparato, la guerra in Ucraina, ovvero uno dei più grandi fallimenti della sua leadership in Russia. L’esercito versava in condizioni critiche, sotto finanziato e sventrato di moltissimi dei suoi membri più anziani, accusati di corruzione. Erano le 6 del mattino a Mosca quando venne annunciato l’operazione speciale.

Da quel momento era iniziata ufficialmente la guerra in Ucraina e in poco tempo sarebbero piovuti oltre 150 missili sull’Ucraina, rilasciati da 75 aerei di Mosca (parte dell’aviazione, equivalente all’intero esercito aereo di Kiev), sottomarini e navi. L’obiettivo era colpire le scarse e modeste difese aeree di Kiev, che erano però state spostate da poco (il 60% dei missili mancò gli obiettivi), viste le avvisaglie della guerra, senza che i russi se ne rendessero conto. In pochi giorni la flotta aerea russa, uno dei gioielli dell’esercito di Putin, era stata quasi completamente annientata.

Inoltre, tra gli errori della guerra in Ucraina venne sotto stimata anche la conformazione territoriale del luogo, in un contesto in cui in rigido esercito russo si trovò contro persone che conoscevano boschi, terreni e città perfettamente. Senza difese aeree, inoltre, le missioni di terra erano ancora più complesse e macchinose. I convogli russi non erano ottimali per i terreni ucraini e in breve finirono tutti impantanati nel fango e abbandonati a causa del fuoco dell’artiglieria. Infine, fallirono gli infallibili hacker russi, in quella che era ormai diventata già una catastrofe, che va ininterrottamente avanti da quasi un anno.