TERZA GUERRA MONDIALE, ULTIME NOTIZIE UCRAINA RUSSIA

Nel 52esimo giorno di guerra la Russia intensifica gli attacchi in Ucraina e torna alto il rischio di una terza guerra mondiale. Dopo l’affondamento dell’incrociatore Moskva, la risposta sono le bombe: risuonano in molte città le sirene anti-attacco. Dunque, neppure il weekend di Pasqua ferma le stragi di civili. Si intensifica, ad esempio, l’offensiva russa nel Donbass, quindi le autorità di Luhansk invitano i civili a lasciare l’area. Bombe anche a Kharkiv e Donetsk in vista di un’offensiva di terra. Ma torna alta la tensione anche nella regione di Kiev, oltre che su molte altre città. Per questo le forze ucraine hanno esortato i residenti della capitale a non tornare a casa, in quanto le truppe russe hanno ricominciato a bombardare la città e l’intera regione. Non solo, durante la ritirata hanno nascosto ovunque mine, anche nelle abitazioni distrutte, perfino nei cestelli delle lavatrici. Il bilancio di guerra registra anche la distruzione di Okhtyrka, nella regione di Sumy. Colpita inoltre la raffineria di petrolio a Lysychansk, dove però non c’è più carburante, ma solo scorie.



Molteplici attacchi, diversificati, ma l’obiettivo resta il bunker del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Secondo gli esperti militari ucraini, l’aumento dei bombardamenti a Kiev è dovuto anche alla volontà di individuare il “centro di controllo” di Zelensky. L’esperto Oleg Zhdanov assicura, però, che è ben protetto. “È stato costruito in epoca sovietica in previsione di un possibile attacco nucleare. Anche se la tecnologia degli armamenti ha fatto da tempo un passo avanti, la struttura è ben protetta“. Per Zhdanov non è neppure da escludere un attacco nucleare, ma in tal caso il conflitto si sposterebbe su un piano completamente diverso. Di fatto, scoppierebbe la terza guerra mondiale.



ZELENSKY “DISTRUZIONE MARIUPOL SARÀ FINE NEGOZIATI”

Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, citato dal Kyiv Independent, ha avvertito la Russia: la distruzione di Mariupolmetterà fine ai negoziati con la Russia“. Non manca l’ennesimo appello all’Occidente, finito però nel mirino del consigliere del presidente ucraino, Mikhailo Podolyak, che ha duramente criticato gli aiuti arrivati dall’Europa. Le armi necessarie, infatti, arrivano troppo tardi e l’Europa manda quelle che Kiev non ha chiesto: questa la denuncia in un tweet. “La democrazia non vincerà giocando questo gioco. L’Ucraina ha bisogno di armi, non tra un mese. Adesso“, la conclusione. C’è preoccupazione anche negli Stati Uniti.



Il timore è che le oltre 40mila munizioni inviate a Kiev nel nuovo pacchetto da 800 milioni di dollari di aiuti militari non possano essere sufficienti per fronteggiare i combattimenti previsti nei prossimi giorni. Per questo il segretario alla Difesa americana Lloyd Austin e il capo dello stato maggiore congiunto, il generale Mark Milley, stanno contattando gli omologhi dei Paesi vicini all’Ucraina per fare pressione affinché inviino armi e rifornimenti militari il prima possibile. L’altra novità di giornata è la decisione della Russia di vietare l’ingresso nel Paese al premier britannico Boris Johnson e ai ministri in risposta all’aiuto fornito dal Regno Unito all’Ucraina.