La sconfitta della Russia contro l’Ucraina è un «pensiero magico» a cui bisogna porre fine. Lo mette nero su bianco il Wall Street Journal, spiegando come Vladimir Putin sia riuscito a resistere agli sforzi dell’Occidente e a mantenere salda la sua presa sul potere. Dunque, Usa e alleati ora hanno bisogno di una nuova strategia: il contenimento. La controffensiva ucraina non ha impresso la svolta che sarebbe servita a Zelensky per negoziare e gli aiuti scarseggiano. Tutte buone notizie per il Cremlino, insieme alla consapevolezza che l’economia russa, pur essendo stata colpita dalle sanzioni, non è a pezzi. Infatti, le misure occidentali hanno ostacolato lo sforzo bellico di Putin molto meno del previsto.



«Le fabbriche di difesa russe stanno aumentando la loro produzione e stanno superando quelle occidentali quando si tratta di articoli molto necessari come i proiettili d’artiglieria», prosegue Wsj. Oltre alla capacità dei tecnocrati responsabili della gestione dell’economia russa, sottolinea come l’aumento dei prezzi del petrolio, in parte dovuto alla stretta collaborazione con l’Arabia Saudita, stia riempiendo le casse russe. Invece, l’Ucraina dipende fortemente dalle iniezioni di denaro occidentale.



“LA STRATEGIA DI PUTIN STA FUNZIONANDO”

Il giornale americano riconosce anche i risultati di Putin in politica estera. Ad esempio, Cina e India hanno fornito un sostegno importante all’economia russa, con l’aumento delle importazioni di petrolio e altre materie prime. Inoltre, ha incrementato la presa sul “Sud globale” che si lamenta di ciò che percepiscono come due pesi e due misure da parte degli Stati Uniti e dell’Europa o di una mancanza di impegno su questioni che li riguardano. «Oggi Putin può dire alla nazione che la sua strategia sta funzionando». Infatti, non ha alcuna fretta di porre fine alla guerra in Ucraina, anzi in inverno potrebbe espandere gli attacchi missilistici e con droni.



«Come minimo, Putin si aspetta che il sostegno degli Stati Uniti e dell’Europa all’Ucraina si disperda, che gli ucraini si stanchino del terrore e della distruzione infiniti inflitti loro e che una combinazione di questi due fattori gli permetta di dettare i termini di un accordo per porre fine alla guerra e rivendicare la vittoria». Una mano potrebbe dargliela Donald Trump, se vincerà le elezioni presidenziali Usa nel 2024. «Putin userà ogni questione globale e regionale – che si tratti della guerra tra Israele e Gaza, della sicurezza alimentare o dell’azione per il clima – come leva per vincere la guerra contro l’Ucraina e l’Occidente», scrive il Wall Street Journal.

LA LEZIONE DELLA GUERRA FREDDA

Una sfida senza precedenti per l’Occidente che, secondo il Wall Street Journal, deve «passare a una strategia a lungo termine che aumenti e sostenga la pressione sul regime canaglia del Cremlino». Il giornale americano ritiene che i leader occidentali non abbiano spiegato bene alle opinioni pubbliche «la natura duratura della minaccia di una Russia rafforzata e revisionista. Si sono abbandonati troppo spesso a pensieri magici, scommettendo sulle sanzioni, su una controffensiva ucraina di successo o sul trasferimento di nuovi tipi di armi per costringere il Cremlino a venire al tavolo dei negoziati. Oppure hanno sperato di vedere Putin rovesciato in un colpo di stato».

Invece, durante la Guerra Fredda, gli esperti Usa di politica estera avevano puntato su una visione a lungo termine che si basava su una strategia di contenimento. Adottarla ora vorrebbe dire «continuare a imporre sanzioni all’Occidente, isolare diplomaticamente la Russia, impedire al Cremlino di interferire nella nostra politica interna e rafforzare la deterrenza e le capacità di difesa della NATO, compreso il reinvestimento sostenuto tra Stati Uniti ed Europa nella nostra base industriale di difesa». Vuol dire anche mitigare tutti i danni – diplomatici, informativi, militari ed economici – causati dalla guerra di Putin.