ESERCITAZIONI ANTI-CINA A TAIWAN: LA GUERRA CON GLI USA È VICINA?

Mentre una guerra tra Occidente e Oriente già si sta “giocando” da oltre 150 giorni in terra d’Ucraina, un’altra potenzialmente ancora più devastante potrebbe da mesi ormai esplodere tra Cina e Taiwan. Ma con le “promesse” della Presidenza Biden fatte al Governo di Taipei, nel giro di poco il conflitto tra il regime comunista cinese e l’isola “ribelle” potrebbe tramutarsi in una guerra tra Cina e Stati Uniti: un prodromo, assieme al conflitto ucraino, allo spauracchio “terza guerra mondiale”. Sono cominciato ieri le cinque giornate di esercitazioni militari anti-guerra nell’area nord di Taiwan: vengono chiamate “Wan-An”, che significa “pace duratura”. Come spiega l’AGI, ai cittadini è stato mandato un sms in cui veniva ordinata l’evacuazione immediata, chiedendo a molti di rimanere trincerati in casa. Tsai Ing-wen, la presidente dell’isola rivendicato da decenni dalla Cina comunista, ha invitato il suo popolo a non farsi prendere dal panico in quanto si tratta di una “semplice” esercitazione.



Tutti gli analisti però sanno che dietro alle “prove” di Taipei su evacuazioni e piani di emergenza, ristagna la minaccia cinese di un’invasione da un momento all’altro: da tempo infatti Pechino rivendica quel territorio come parte integrante della Cina, con forti pressioni diplomatiche, militari ed economiche. Fino ad oggi gli Stati Uniti hanno rappresentate una forte deterrenza nei confronti della Cina, proteggendo infatti Taiwan considerata cruciale per gli snodi commerciali tecnologici dell’area asiatica: dopo che il “nodo” è riaffiorato nelle diplomazie internazionali a seguito del conflitto in Ucraina, la Cina ha ribadito la sua ferrea linea contro l’Occidente. Pechino si oppone infatti alla vendita di armi Usa a Taipei, ai transiti di unità navali nello Stretto che divide Taiwan dalla Cina, ma anche alle visite di esponenti dell’amministrazione Usa sull’isola, e in generale a qualsiasi riconoscimento di Taiwan sul piano internazionale: ebbene, la notizia di questi ultimi giorni di un possibile viaggio a Taipei nel mese di agosto della speaker del Congresso Usa Nancy Pelosi sta riaccendendo il fuoco della polemica sull’asse Pechino-Washington.



ALLARME CASA BIANCA SU VISITA NANCY PELOSI A TAIWAN

Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijan, ha fatto sapere negli scorsi giorni che «se gli Usa insisteranno per la loro strada, la Cina adotterà misure ferme e potenti per difendere la propria sovranità nazionale e integrità territoriale e che gli Stati Uniti dovranno essere ritenuti responsabili di tutte le gravi conseguenze». Pechino ha chiesto ufficialmente gli Stati Uniti di annullare la visita di Nancy Pelosi a Taipei: sarebbe la missione di più alto in grado Usa dal 1997 (quando si recò in Taiwan l’allora speaker della Camera dei Rappresentanti, Newt Gingrich): secondo fonti citate dal Financial Times, addirittura, la Cina avrebbe lasciato intendere che se la visita di Pelosi fosse confermata si potrebbe arrivare ad una risposta militare di Pechino contro Taipei e indirettamente contro la Casa Bianca.



Il messaggio di vicinanza degli Usa e di tutta la Nato a Taipei è il senso ufficiale di un viaggio dagli svariati e pericolosi riscontri: in queste ore sarà Joe Biden a dover decidere se “forzare” la mano sulla polveriera Taiwan o se invece prediligere l’arma della diplomazia, già piuttosto delicata, tra Cina e Stati Uniti. Ufficialmente ancora non è fissata una data della presunta visita di Nancy Pelosi sull’isola, come tappa del lungo viaggio asiatico che toccherà in agosto Giappone, Singapore, Indonesia e Malesia. Pechino minaccia ritorsioni e legge la possibile visita della speaker Usa come un tentativo della Casa Bianca di presentarsi al voto di Mid-Term a novembre con una posizione di forte contrasto alla Cina di Xi Jinping: «Tutti però capiscono che la decisione se procedere o meno con il viaggio è di Pelosi», fanno sapere dall’amministrazione Usa, nascondendo ovviamente il fatto che qualora Biden decidesse per non forzare la mano anche la sua compagna di partito non potrebbe scatenare l’incidente diplomatico potenzialmente fatale. Secondo l’ex direttore del Global Times, Hu Xijin, il Governo cinese potrebbe replicare con risposte militari alla visita di Nancy Pelosi su Taipei: «far decollare i jet dell’Esercito popolare di liberazione cinese per scortare l’aereo di Pelosi e sorvolare l’isola principale di Taiwan», scrive l’ex n.1 dell’organo di stampa più vicino al regime.