Aumentano le tensioni Tra Usa e Cina nell’Asia-Pacifico. Il segretario di stato americano Mike Pompeo ha dichiarato che “le rivendicazioni di Pechino sulle risorse offshore del Mar Cinese sono del tutto illegali così come la campagna di prevaricazione a danno dei paesi vicini tesa a estendere il controllo su di esse”. Allo stesso tempo il congresso americano con voto bipartisan all’unanimità ha approvato una legge per i dirigenti e le banche cinesi che faranno uso della nuova legge sulla sicurezza a Hong Kong. Ne abbiamo parlato con Carlo Jean, già generale di corpo d’armata ed esperto di strategia militare e di geopolitica: “È un atteggiamento tipico dell’amministrazione Trump che in politica viaggia ad alti e bassi seguendo atteggiamenti ondivaghi”.



Come mai in questo momento tanto attivismo degli Stati Uniti in politica estera?

Si muovono, come hanno sempre fatto, per la libertà di navigazione nel Mar cinese meridionale, e infatti hanno sempre mantenuto una flotta anche a Singapore all’uscita dello stretto di Malacca che pone in comunicazione il Mar Cinese meridionale con l’Oceano Indiano. Tra parentesi va detto di un atto molto importante da parte degli Stati Uniti proprio in questo momento.



Quale?

Sembra che gli Usa vogliano dare accesso a quel sistema di intercettazione globale che hanno con i paesi anglofoni come Canada, Inghilterra, Australia, Nuova Zelanda anche a Giappone, Corea del Sud e India.

L’obiettivo?

Questo sistema dà loro superiorità a livello globale e così rafforzano i legami con l’India, che è sempre sull’orlo di una guerra con la Cina, isolando quest’ultima.

La dichiarazione di Mike Pompeo è molto dura. Inoltre si è riaperta la guerra commerciale con la Gran Bretagna, che si accoda agli Usa nel vietare l’uso di Huawei. Siamo davanti a una escalation?



Più che escalation è una continuità della politica estera americana con alti e bassi che corrispondono alla politica ondivaga che segue Trump, di minacce e di distensione per tenere la Cina sotto pressione.

Così facendo la Cina? Lascerà le sue pretese sul Mar Cinese meridionale?

La Cina prenderà misure economiche sulle importazioni americane agricole, cosa che è già cominciata per la soia in particolare. Questo comporterà una ulteriore escalation da parte Usa che rafforzano intanto il loro legame con il Vietnam, storico nemico della Cina.

Il Congresso americano ha votato all’unanimità una legge che sanziona chi farà uso della nuova legge sulla sicurezza a Hong Kong. Anche qui c’è rischio di escalation?

Ci sarà una escalation di carattere però mediatico e di propaganda, con anche episodi di guerra cibernetica. Difficilmente si arriverà a uno scontro militare perché nessuno dei due paesi ha vantaggi evidenti nel fare questo.