La guerra al terrore portata avanti dagli Stati Uniti a partire dall’attentato alle Torri Gemelle l’11 settembre 2001 hanno causato una lunga scia di morti indiretti e vittime civili. In un rapporto pubblicato lo scorso 15 maggio dalla Brown University del Rhode Island sono state analizzate tutte le conseguenze umanitarie provocate dalle operazioni militari Usa, in vari territori come Iraq, Afghanistan, Siria, Yemen, Pakistan e Somalia. In particolare i ricercatori hanno cercato di stimare quante persone siano state colpite indirettamente o direttamente dai conflitti, stabilendo che “i costi della guerra sono stati altissimi“, e sono stati stimati dallo studio in un totale di 4,6 milioni di persone morte dagli attentati dell’11 settembre 2001 nella “lotta al terrorismo”.
Altre conseguenze infatti sono state causate dalla povertà estrema dalla malnutrizione e scarsa assistenza sanitaria nelle zone nelle quali si doveva colpire l’economia ma a pagare il più caro prezzo sono stati i cittadini innocenti con danni che sarà difficile riparare. Di tutte le vittime indirette, la maggior parte sono bambini, circa 3,6 milioni, più che altro sotto i cinque anni colpiti prevalentemente da complicanze di malattie infettive o dalla disidratazione causata dalla gastroenterite.
La guerra al terrore, rapporto Usa “Morti 3,6 milioni di bambini”
La principale autrice del rapporto di ricerca sulle vittime indirette causate dalla guerra al terrore degli Usa, Stephanie Savell, ha affermato, palando dei dati alla rivista Der Spiegel che almeno un terzo di tutti i morti nei combattimenti è rappresentato da donne e bambini. Il totale, sottolinea la ricercatrice, è comunque solo una stima approssimativa, ma “È importante per far capire all’opinione pubblica l’entità e la portata dei danni“.
E ha aggiunto “Credo che la maggior parte degli americani non sia consapevole di questo oppure non abbia mai pensato agli effetti devastanti delle guerre“. “Le guerre costringono le persone alla fame, alla fuga e portano inevitabili traumi psicologici che non guariscono“, basterebbe pensare, come evidenziato anche nel rapporto, che i veterani di guerra, quelli sopravvissuti agli attacchi in Afghanistan, soffrono di gravi depresssioni e problemi psicologici. Il tasso di quelli che si suicidano è superiore a quelli morti in combattimento.