Il Green Pass sembrava prossimo ad essere introdotto in Gran Bretagna, e precisamente in Inghilterra, ma il governo Boris Johnson ha deciso di fare un passo indietro all’ultimo, lasciando per ora in stand by il passaporto vaccinale, nel caso in cui la situazione epidemiologa dovesse peggiorare. “Si è speculato tanto anche qua sul green pass – sono le parole di Antonello Guerrera, inviato di Repubblica a Londra, parlando stamane con la trasmissione di La7, Omnibus – ma due giorni fa il ministro della salute insieme al primo ministro hanno fatto una marcia indietro, il green pass non sarà utilizzato per eventi come stadio, cinema, concerti, di cui si era parlato molto e che era stato utilizzato per convincere i giovani a vaccinarsi”.
Secondo Guerrera si tratta dell’ennesima scommessa del governo Boris Johnson da quando è scattata la pandemia di covid: “Questo è un altro azzardo di Boris Johnson, che punta tutto su questo muro vaccinale che l’Inghilterra ha costruito dove la popolazione over 16 all’89% ha ricevuto una una dose e all’81 due dosi, e si spera che questo muro di immunizzazione regga anche nei prossimi mesi autunnali e invernali che sappiamo sono quello peggiori per la diffusione del virus”.
GUERRERA SUL GREEN PASS IN UK: “UN FATTO CONTRO LA LIBERTA’”
Sul numero di contagi al momento in Gran Bretagna: “Si è stabilizzata la situazione contagiati, i numeri sono ancora altri, 25/30mila al giorno di nuovi casi, ma le ipotesi più catastrofiste parlavano di 100mila casi con questo liberi tutti, visto che da due mesi e mezzo la mascherina non si usa più a parte sui mezzi pubblici dove comunque anche lì l’uso è limitato. La cosa positiva per il governo è che il numero di ricoveri e di morti rispetto all’alto numero di nuovi casi resta basso, si parla di 100/150 decessi al giorno che sono comunque tanti ma relativamente bassi, e 800/900 ricoveri in ospedale al dì, non i 10mila di marzo e dell’inverno scorso. La scommessa o anzi l’azzardo e che questi numeri rimangano stabili”.
Di nuovo sul green pass: “Veniva percepito come un fatto contro la libertà poi si incrocia col fatto che gli inglesi storicamente non hanno mai avuto le carte di identità quindi mostrare dei pass, dei documenti è una cosa fuori dal mondo, qui non c’è mai stata l’autocertificazione durante lockdown, si è sempre basato tutto sull’etica e il senso di responsabilità personale e quindi è stato un fattore molto importante, intacca la storia e la tradizione di questo paese”.