La diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e l’Istituto religioso dei Canonici regolari premostratensi restano nella causa intentata dai familiari di Guerrina Piscaglia, che è scomparsa nel 2014. Il tribunale di Arezzo, infatti, ha respinto la richiesta di estromissione dal giudizio avanzata dalla curia aretina, rappresentata dall’avvocato Claudia Scognamiglio, e dall’istituto, rappresentata invece dagli avvocati Francoise Marie Plantade, Lucilla Bacci e Cristiano Locci. Inoltre, il giudice si è espresso in merito alla mancata notifica all’ex sacerdote, condannato a 25 anni per omicidio e distruzione di cadavere, disponendo un termine di 60 giorni per il rinnovo della notifica della citazione a padre Gratien Alabi (italianizzato in Padre Graziano), che è stato trasferito dal carcere romano di Rebibbia a quello milanese di Opera. Ed è stata fissata la prossima udienza per il primo marzo 2023.
Quella di Guerrina Piscaglia è una storia che continua a far clamore, anche per la richiesta di risarcimento di sorelle e nipoti: quasi un milione. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, per le due istituzioni ecclesiastiche potrebbe non essere finita qui: si fa riferimento a indiscrezioni secondo cui anche il vedovo di Guerrina Piscaglia, Mirko Alessandrini, e il figlio, si appresterebbero a chiedere i danni per una somma altrettanto importante. Quindi, il giudice del tribunale di Arezzo potrebbe ritrovarsi a decidere su un risarcimento di due milioni di ero circa.
GUERRINA PISCAGLIA: IL RUOLO DELL’ABITO TALARE…
Considerando che padre Gratien Alabi non ha risorse, così come non ne aveva ai tempi del delitto, una eventuale condanna ricadrebbe su Diocesi e Ordine religioso. Si spiegherebbe così, secondo il Corriere della Sera, la decisione del tribunale di respingere l’istanza di estromissione della causa presentata dalle due istituzioni religiosi. Ma la Curia vescovile di Arezzo e i Premostratensi sostengono che Gratien Alabi, cioè Padre Graziano, abbia agito da privato cittadino e non nella sua funzione di sacerdote, quindi col risarcimento non c’entrano nulla. Invece, per la famiglia ci fu un rapporto necessario tra relazione sessuale, omicidio e ruolo di sacerdote. “L’abito talare fu una vera e propria conditio sine qua non della relazione sessuale prima e dell’evento morte poi“, perché “pose padre Graziano nella condizione di poter più agevolmente compiere il fatto dannoso“. Tra Guerrina Piscaglia e Padre Graziano ci fu una storia d’amore, ma non si è mai capito se fosse anche una relazione sessuale. Lei scomparve nel 2014 senza lasciare tracce. Tre gradi di giudizio hanno stabilito che il sacerdote l’abbia attirata in trappola nella canonica e uccisa a mani nude, facendo poi sparire il corpo.