Il caso di Guerrina Piscaglia sarà al centro della nuova puntata di Amore Criminale, in onda stasera, domenica 23 febbraio, nella prima serata di Rai3. Quella che sarà ripercorsa nella trasmissione di Veronica Pivetti, è una vicenda che contempla ancora molti lati oscuri. Guerrina, casalinga cinquantenne e madre di un figlio, viveva un’esistenza molto semplice, senza grilli per la testa ma probabilmente non felice, divisa tra gli impegni della famiglia e le sue frequentazioni in chiesa. Il primo maggio del 2014 però, di lei si perdono definitivamente le tracce da Ca’ Raffaello, frazione del comune di Badia Tebalda, in provincia di Arezzo. Cosa c’è dietro la sua sparizione? Le indagini evidenziano sin da subito una situazione familiare non semplice: Mirco Alessandrini, il marito, è disoccupato da tempo e dedito all’abuso di alcol da molti anni. Le loro fragili vite sono segnate dalla nascita di un figlio con problemi di salute e dalla morte di un secondo figlio. Le incomprensioni accumulate negli anni, insieme alle difficoltà economiche hanno contribuito a rendere il loro matrimonio una sorta di convivenza forzata. La monotonia della loro vita coniugale viene però ben presto rotta dall’arrivo in paese del nuovo parroco: Gratien Alabi, conosciuto dalla comunità come Padre Graziano.



GUERRINA PISCAGLIA E L’INCONTRO CON PADRE GRAZIANO

Tra Guerrina Piscaglia e il frate di origini congolesi nasce subito un feeling particolare e proprio le attenzioni sempre più insistenti del parroco permettono alla donna di riscoprire la sua femminilità. Stando a quanto emerso dalle indagini, tra Guerrina e il prete congolese nasce una relazione clandestina ma proprio quando la donna chiede a Padre Graziano di uscire allo scoperto e vivere la loro storia alla luce del sole, la donna scompare, inghiottita nel nulla. Inizia da qui il giallo di Ca’ Raffaello. Gli ultimi ad aver visto la donna sono pronti a giurare di averla vista ben vestita, incamminarsi proprio verso la canonica. In un primo momento le indagini si muovono seguendo la pista dell’allontanamento volontario ma una scoperta investigativa getterà nuove ombre sulla relazione con Padre Graziano. Emergono migliaia di messaggi (oltre 4000) e contatti telefonici tra la casalinga e il religioso che contribuiscono a gettare ulteriori ombre sul prete congolese fino a quel momento benvoluto da tutti ed accusato ben presto della morte della donna.



I PROCESSI E LA CONDANNA DEFINITIVA

Quello a carico di Padre Graziano è stato un processo indiziario dal momento che il corpo di Guerrina Piscaglia non è mai stato trovato. Le accuse sono di omicidio volontario e occultamento di cadavere ma il sacerdote non ha mai ammesso un suo coinvolgimento nella vicenda, dicendosi del tutto estraneo alla sparizione della casalinga e smentendo una relazione con la stessa. Arriva così la sentenza di primo grado con una condanna a carico del frate congolese a 27 anni di reclusione, pena poi ridotta a 25 anni in Appello per l’omicidio e la distruzione di cadavere della 50enne. Nel febbraio dello scorso anno la Corte di Cassazione ha condannato in via definitiva a 25 anni Gratien Alabi per la morte di Guerrina Piscaglia. Da quel momento per il prete si sono aperte ufficialmente le porte del carcere dopo essere rimasto a lungo nel convento dei Premostratensi a Roma, con l’applicazione del braccialetto elettronico. Nonostante il presunto tradimento di Guerrina ed i problemi del passato, il marito Mirco non ha mai smesso di cercare la verità: “Non ho voltato le spalle a Guerrina nonostante ciò che è stato detto e mai lo farò, fino all’ultimo”, aveva commentato alla vigilia della Cassazione a repubblica. “Voglio rispetto per la madre di mio figlio anche nell’ipotesi che mi tradisse. Era una ottima madre, voleva bene a Lorenzo. Ed anche a me voleva bene, al di là dei problemi che abbiamo avuto”, aveva aggiunto.

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