Guglielmo Giovanelli Marconi, nipote del grande scienziato: “Mio nonno predisse il cellulare”

In occasione della fiction di Rai1 Marconi, l’uomo che ha connesso il mondo, il nipote del grande scienziato (che si chiama come il nonno) Guglielmo Giovanelli Marconi ha concesso una lunga intervista a Fanpage per rivelare aneddoti e retroscena. Guglielmo Marconi è morto nel 1937, decenni prima della nascita del nipote che oggi è un docente universitario. Nonostante questo, però, l’uomo ha un chiaro ricordo del nonno grazie soprattutto ai racconti della madre, Maria Elettra e della nonna Maria Cristina Bezzi-Scali morta nel 1994 alla veneranda età di 94 anni.


Durante l’intervista con il portale Guglielmo Giovanelli Marconi ha rivelato una sorprendente curiosità: “Nel marzo del 1937, quattro mesi prima di morire, mio nonno predisse l’invenzione del cellulare. A un convegno degli Istituti tecnici negli Stati Uniti disse che molto presto sarebbe stata inventata una piccola scatola tascabile con cui poter comunicare tra di noi, con i propri cari o per questioni di lavoro. Tant’è che quando nel 2013 andai a Bologna con mia madre per la consegna di un premio a Martin Cooper, l’inventore del primo telefonino, fu lui stesso durante la conferenza ad ammettere il grande debito nei confronti del lavoro di mio nonno, senza il quale quella sua invenzione non sarebbe stata possibile.”



Guglielmo Marconi, la rivelazione del nipote: “Ha sempre lavorato per il bene dell’umanità”

È un ricordo molto pulito ed affettuoso quello che Guglielmo Giovanelli Marconi rilascia del nonno all’intervista a Fanpage. Innanzitutto ha premesso che ‘ha sempre lavorato per il bene dell’umanità’, nonostante secondo alcuni storici sia stato un fascista e razzista e poi ha elencato tutte le grande scoperte di cui fu inventore: “Ma mio nonno non inventò solo la radio. Ad esempio a lui si deve anche l’invenzione del radar, anche se lui lo chiamava “navigazione cieca”, ma in sostanza era una versione primordiale del radar.”



E anche per l’invenzione del satellite si deve molto a Guglielmo Marconi, fu la sua antenna parabolica ad aprire la strada al sistema satellitare così come lo conosciamo noi. Tuttavia il nipote non ha dubbi, se fosse vivo nonostante tutto non userebbe whatsapp: “Non sarebbe stato felice dell’uso ossessivo che facciamo oggi della comunicazione, ad esempio sui social. Lui voleva unire il mondo attraverso la comunicazione, è vero, ma per scopi concreti e utili all’umanità, non per sterile esibizionismo.”