ARRIVA IN ITALIA LA GUIDA ALL’ABORTO “FACILE” (CON I SOLDI DELLA ONG FINANZIATA DALL’UE)
Si chiama “La tua scelta zero ostacoli” la nuova guida pratica «al tuo aborto libero e informato», sbarcata in Italia e finanziata anche dalla ong Amnesty Internazional Italia, a sua volta con fondi diretti dell’Unione Europea. La notizia non è nuova in quanto l’iniziativa di ben 11 sigle pro-choice è stata pubblicata lo scorso 28 settembre in occasione della Giornata internazionale per l’aborto sicuro con una guida scaricabile dal sito Ivgsenzama.it. L’intento è quello di ribadire come l’aborto in Italia debba essere “aumentato” in quanto – questo il sottotesto della protesta pro-aborto – con il Governo di Centrodestra la libertà di abortire sarebbe a rischio.
A scriverne oggi è però “La Verità” con un articolo che ricostruisce non solo i contenuti della guida pro-aborto ma inquadra anche la catena di sostegno che la guida sulla “scelta libera” ottiene dall’Europa fino all’Italia. L’ong Amnesty è media partner dell’iniziativa, finanziata direttamente dall’International planned parenthood federation (Ippf ), un’organizzazione leader a livello mondiale nella difesa dei “diritti sessuali”. A sua volta, tale colosso “umanitario” viene sostenuto ogni anno con finanziamento ingenti dal Regno Unito e dalla Commissione Europea (con ben 4,6 milioni di dollari, svela il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro). Sono poi le stesse sigle pro-choice che nel pamphlet sull’aborto ad accusare i movimenti e le sigle pro-life in Europa e Italia di avere «network transazionali» che punterebbero ad impedire il più possibile l’interruzione volontaria di gravidanza. Ecco, sentire queste accuse sapendo però di avere alle spalle organizzazioni e fondi come Amnesty e Ippf potrebbe scatenare ben più di qualche imbarazzo.
COSA DICE LA GUIDA ALL’ABORTO E QUALE CULTURA “PASSA” IN EUROPA
Del resto non è una novità che nelle Nazioni Unite e in Europa la cultura dominante ad oggi sia vicina alla reazione avuta dai vertici politici comunitari l’indomani della sentenza in Usa della Corte Suprema: si chiese e si intraprese anche iter di legge europea per riaffermare come l’aborto sia «un diritto umano inalienabile». Leggendo cosa viene inserito all’interno della guida “La tua scelta zero ostacoli” non si va del resto molto lontani da quel retroterra culturale e sociale.
L’embrione nelle pagine della guida viene più volte definito come un «prodotto del concepimento che può essere smaltito», così come il solo preservare l’ascolto del battito cardiaco del feto è considerato dalla guida pro-aborto come una «violenza psicologica condita da false informazioni». Secondo infatti la dettagliata guida online all’ivg “facile” il battito nient’altro è che «cellule che si stanno abituando a pulsare». Gli obiettori di coscienza vengono definiti spesso come dei “violenti” nel loro volersi rifiutare a proseguire l’iter abortivo, mentre il personale sanitario non obiettore viene esaltato dalla medesima guida, in quanto «Svolge lavoro in più rispetto agli obiettori di coscienza, non viene remunerato ma spesso ostacolato dal punto di vista organizzativo, poco riconosciuto se non stigmatizzato». Si pressa affinché ogni aborto venga definito come “pratica urgente sanitaria”, si condanna l’Italia per i “pochi aborti”: questo e molto altro viene inserito nella guida delle 11 sigle pro-choice, finanziate da Amnesty e Rete Trans Nazionale: «A tre anni dalle nuove linee indirizzo per l’assistenza all’aborto farmacologico del Consiglio Superiore di Sanità, che sono parzialmente in linea con le accomandazioni dell’OMS, solo in 3 Regioni si prevede l’erogazione dei farmaci a livello ambulatoriale-domiciliar e l’aborto farmacologico è prevalentemente gestito in ambito ospedaliero (con la modalità del day hospital a più accessi) con costi per il SSN non giustificati e con una modalità di assistenza non consona (per quanto riguarda l’ivg nel primo trimestre) alle raccomandazioni dell’OMS 2022», sottolineava al “Fatto Quotidiano” Anna Uglietti, ginecologa e coordinatrice del gruppo di consulenti che hanno redatto la guida. Al progetto, dunque, hanno partecipato sigle dagli atei di UAAR ai trans, passando per attivisti laici e pro-LGBT, fino all’Unione delle Donne, in una cornice politica e culturale di dichiarato contrasto all’attuale maggioranza politica.