È nata la “nuova” Guida Michelin 2020 questa mattina a Piacenza, dopo tre anni consecutivi di evento a Parma: non sono certo mancate le sorprese, tra nuovi ristoranti stellati, stelle che emozionano, stelle (tolte) che deprimono e nuovi orizzonti che si spalancano nella guida per ristoranti più famosa al mondo. Il vero trionfo arriva però a Milano che ottiene un nuovo “Tre Stelle” con Enrico Bartolini e il suo “innovativo” ristorante al Mudec in zona Tortona, mentre tutti gli altri Tre Stelle (erano 10 nel 2019) vengono confermato dallo scorso anno andando così ora a comporre 11 chef “superstellati” che possono vantare il riconoscimento più grande per la Guida Michelin. Tra le sorprese certamente più “mediatiche”, troviamo la perdita della seconda stella per Gianfranco Vissani, forse il primo chef divenuto famoso oltre ai fornelli anche in tv: le Due stelle arrivano a 35 con i nuovi Glam di Bartolini (che dopo la terza a Milano conquista anche la seconda nel suo ristorante di Venezia), e La Madernassa di Guarene, dello chef Michelangelo Mammoliti. Sono poi in tutto 374 i ristoranti ad una stella riconosciuti dalla giuria Michelin nella “Rossa” più importante del settore.
ENRICO BARTOLINI, 3 STELLE NELLA NUOVA GUIDA MICHELIN 2020
Trionfo di Milano ci si aspettava e trionfo meneghino c’è stato: il Premio Giovane Chef offerto da Lavazza va a Davide Pulieo, lo chef del ristorante L’Alchimia Ristorante & Lounge Bar di Milano. Ma è ovviamente Enrico Bartolini con il ristorante al Mudec (il Museo delle Culture, nel pieno del design district) a rappresentare la ventata di novità ai piani alti della Guida Michelin 2020: lo chef classe 1979, originario di Castelmartini (Toscana), si aggiunge così agli altri cuochi “tristellati” che rispondo al nome di Massimiliano Alajmo, Massimo Bottura, Chicco Cerea, Enrico Crippa, Annie Féolde e Riccardo Monco, Norbert Niederkofler, Niko Romito, Nadia e Giovanni Santini e Heinz Beck e dallo scorso anno anche Mauro Uliassi dell’omonimo ristorante di Senigallia. Tre Stelle show che si vedono annoverare anche la “classicità contemporanea”, il mood di Bartolini nella sua cucina tutta design e gusto, un vero punto di riferimento per la cucina creativa del Nord Italia, esempio e ispirazione per tanti altri colleghi alle prime (o seconde) armi. «Come faccio a fare tutto? Me lo chiedono spesso, ma io posso solo dire che mi sono fidato delle persone che ho intorno. Forse sono contagioso…», raccontava al Corriere nel 2017 dopo aver preso in un colpo solo “4 stelle Michelin” nei suoi vari ristoranti. Oggi il conto totale è 9, di cui 3 “solo” nel Mudec di Milano.