Nel marasma della formazione del nuovo Governo Draghi, si rischia di dimenticare che fino a due settimane fa Giuseppe Conte era ancora il Presidente del Consiglio con la forte possibilità di condurre in porto l’operazione Conte-ter: ora invece, con la caduta del suo esecutivo, le ipotesi sul futuro dell’ex Premier si affollano e non viene escluso alla fine il possibile ritorno al ruolo di professore diritto privato all’università di Firenze. In questo caso – qualora dunque non riuscisse anche l’operazione leader Centrosinistra “federato” – lo stesso Conte potrebbe partecipare al corso online su Zoom “Corso sull’inclusione delle persone Lgbtiq+ e di origine etnica e “razziale” diversa da quella della maggioranza”.
Non è uno scherzo ma è il titolo esatto del corso lanciato dal Consiglio Nazionale Forense per tutti gli avvocati e giuristi, con produzione di crediti formativi utili per tutti i professionisti del foro privati e istituzionali: in collaborazione con il Consiglio nel formare il corso “pro-gender” anche diverse sigle del mondo anti-razzista e Lgbtq.
IL CORSO LGBT E LA PRESENZA DI GUIDO ALPA
Dalla “Associazione Parks’ del deputato renziano Ivan Scalfarotto all’Unar (ente antirazzismo della Presidente del Consiglio), dall’organizzazione sull’immigrazione di Soros “Asgi” fino alla Rete Lanford (attivisti arcobaleno pro utero in affitto e simili): ne dà notizia oggi “La Verità”, presentando i contenuti e le lezioni di questo corso online dove partecipa come autorevole relatore il giurista Guido Alpa, mentore e maestro de Premier dimissionario. Dal corso usciranno avvocati e legali perfettamente informati di tutte le differenze politicamente corrette sul fronte genere, orientamento sessuale e “razza”: «occorre educare ai nuovi diritti» rilanciano le varie associazioni organizzatrici del corso online dall’11 febbraio al 29 aprile prossimo. Come svela “La Verità” tra i massimi relatori vi sarà Guido Alpa, il che conferisce al corso “Lgbt” ulteriore prestigio nazionale. Corsi sull’inclusione e il rispetto delle minoranze che elevano il grado di “politicamente corretto” anche nel complesso mondo della giustizia italiana: il tutto sponsorizzato tra gli altri da quell’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) diretta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri del “discepolo” giuridico e accademico di Guido Alpa.