Celebre imprenditore e scrittore, Guido Brera a tutto tondo a In barba a tutto. Ospite di Luca Barbereschi, il 52enne ha esordito così: «Mi chiedono spesso che lavoro faccio, io cerco di capire cosa sta succedendo e cosa succederà domani, un po’ leggere il futuro. Poi lo puoi declinare facendo degli investimenti, cosa che ho fatto per un certo tempo della mia vita, ma trovo sia affascinante poterlo raccontare in un libro o in una serie».



Guido Brera si è poi soffermato sul successo di “Diavoli”: «I colleghi non hanno amato? Perché non l’hanno capito. Il libro l’ho chiamato “Diavoli” ma c’è la base della fisica. La legge della termodinamica dice che non puoi trasformare tutto quanto il calore in energia, a meno che non ci sia un diavolo che metta ordine. Il diavolo di Maxwell non esiste e allora c’è questo secondo famoso principio della termodinamica. Io ho ipotizzato che il diavolo di Maxwell ci sia veramente e che metta ordine. Sul banco degli imputati c’è la politica, quella politica che trent’anni fa si è ritirata dalle scene».



GUIDO BRERA: “FINANZA COME L’ACQUA: DI ACQUA SI VIVE O SI MUORE”

Guido Brera si è poi soffermato sul mondo della finanza: «La finanza è laica, è un algoritmo, dipende come imposti l’algoritmo: se lo imposti solo sul profitto, vuol dire fare profitti a tutti i costi sacrificando magari i lavoratori o l’ambiente. La finanza è come l’acqua, va regolamentata e la politica deve mettere gli argini: di acqua si vive e di acqua si muore». Guido Brera ha poi lanciato un monito: «La finanza ha abbracciato la tecnologia, ora sta alla politica riportare la finanza e renderla positiva. Come? Utilizzare i flussi di capitale per ripulire il mondo e l’ambiente, per cercare imprese sostenibili. E la sostenibilità non è solamente legata all’ambiente, ma anche ai lavoratori. Abbiamo parlato della crisi demografica, ma senza futuro e diritti sociali come si fa?».

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