Le Nazioni Unite devono tutelare i soldati in Libano: a chiederlo lil ministro della Difesa Guido Crosetto, il quale ha espresso tutta la sua preoccupazione a livello di sicurezza per il personale italiano e internazionale coinvolto nella missione Unifil, la forza militare dell’Onu formata nel 1978 in seguito alla guerra contro Israele, il cui mandato viene rinnovato anno dopo anno. In un comunicato diffuso domenica, il ministro ha segnato che da mesi rilancia la richiesta ai vertici dell’Onu di riflettere sui risultati conseguiti dalla missione in Libano e sul cambiamento delle regole di ingaggio.
Ma ritiene anche che vada rivista la strategia. Una cosa è certa per il ministro: non c’è più tempo, c’è «una nuova urgenza» per la quale non si può più perdere tempo. Per il ministro va applicata la risoluzione 1701 con cui il Consiglio di Sicurezza nel 2006 sulla guerra del Libano, anche perché questa è l’unica soluzione per evitare «una devastante guerra anche in Libano».
TENSIONE IN LIBANO: LETTERA DI GUIDO CROSETTO ALL’ONU PER UNIFIL
La risoluzione tirata in ballo da Crosetto prevede che venga creata una zona tra Linea blu e il Fiume Litani in cui non possono esserci armi, se non quelle della missione delle Nazioni Unite e delle forze armate del Libano, ma ciò non è avvenuto in questi anni. «Ora non si può più far finta di nulla», ha sottolineato il ministro della Difesa, il quale ha confermato di stare seguendo attentamente la situazione nel sud del Libano, dopo l’attentato di ieri a Majdal Shams che ha fatto vittime ragazzi che erano in un campo di calcio. Ora la tensione è salita pericolosamente: il fronte libanese può esplodere dopo l’attacco di Hezbollah, a cui Israele intende rispondere.
Il responsabile delle forze armate italiane è in contatto con l’ammiraglio Cavo Dragone, che è capo di Stato Maggiore della Difesa, il generale Figliuolo, che è comandante operativo interforze, e il generale Caravelli, che guida l’Aise. Il ministro è preoccupato per le «sempre più gravi tensioni in Libano, tra Israele ed Hezbollah» e il rischio di un aggravamento della situazione, con l’apertura di un nuovo fronte di guerra, senza trascurare la preoccupazione per i soldati della missione dell’Onu. «Il contingente italiano continuerà ad operare con dedizione, per evitare che ciò accada, secondo i principi del diritto internazionale», ha assicurato il ministro della Difesa nel suo comunicato.