Clima di alta tensione in Medio Oriente, si valuta il possibile ritiro dei soldati in Libano. “C’è stato un razzo, dicono deviato, che ha colpito il quartier generale Unifil a Naqoura. Ma non è stato un attacco diretto alla base”, le parole del ministro della Difesa Guido Crosetto a Repubblica: “Il comando italiano si trova 11 chilometri più a Nord, a Shama. La decisione su Unifil non è nazionale, perchè siamo lì con spagnoli, francesi, indiani e tanti altri. O resteremo tutti o ce ne andremo tutti”.



La situazione verrà monitorata, ha spiegato Crosetto, e si valuterà il ritiro in accordo con l’Onu qualora i contingenti fossero in pericolo: “Come abbiamo fatto con i carabinieri che erano in missione a Gerico”. Il titolare della Difesa ha si è soffermato sull’invasione di Gaza da parte dell’esercito israeliano: “Abbiamo assistito alla ferocia, alla spietatezza, alla mancanza di umanità dimostrata da Hamas: se Israele non avesse una reazione forte, proporzionata a una tale offesa, metterebbe in discussione lo stesso suo futuro. Israele ha la necessità di dimostrare al mondo che lo odia che ha una capacità di deterrenza, altrimenti è morta. Non si tratta di mera contrapposizione politica: per Hamas è normale tagliare la testa a un neonato e per l’Iran uccidere una ragazza iraniana perchè poco coperta dal velo. Significa che il valore della vita altrui è meno di zero. Quella gente non capisce il dialogo”.



Le parole di Crosetto

La reazione di Israele potrebbe provocarne un’altra, ha proseguito Crosetto, tanto da ipotizzare una spirale che nessuno sa dove ci può portare. “I palestinesi che vogliono fuggire da Gaza hanno bisogno di essere messi nelle condizioni di farlo. Ad impedirglielo è Hamas, e sono i suoi capi che non sono nella Striscia ma al sicuro in hotel a 5 stelle di altri Paesi”, l’analisi del ministro di FdI, che si è poi soffermato dal valico di Rafah: “È essenziale che quel valico venga aperto per consentire ai palestinesi di lasciare Gaza. L’Egitto dimostri la sua leadership nel mondo arabo e Israele che la guerra è solo contro Hamas. La comunità internazionale deve farsi carico di questa opzione. Mentre latita l’Onu, sempre più un’organizzazione che serve a se stessa. Ci sono organizzazioni burocratiche che hanno perso la loro funzione e magari chiudono il sabato e la domenica con una guerra in corso”.

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