«Su Autostrade il Governo ha sbagliato tanto»: a 24 ore dall’accordo ancora tutto da dettagliare tra l’esecutivo e la famiglia Benetton, l’ex parlamentare di Fratelli d’Italia Guido Crosetto si interroga su tutti i punti oscuri che emergono dalla vicenda Aspi. La revoca non c’è stata ma è l’intera gestione del dossier ad aver evidenziato non pochi problemi in seno alla maggioranza: «Si è raggiunta una prima bozza di accordo, ma ci sono ancora tante questioni spinose da risolvere. Ad esempio, quale sarà il valore del capitale? Quale sarà il prezzo delle azioni? Il futuro valore dell’azienda è un elemento di cui non si può non tenere conto», si chiede Crosetto nella lunga intervista oggi a “Il Dubbio”. Il Presidente dell’AIAD (aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza) non è da oggi uno dei critici più puntuali del Governo giallorosso e già nei tanti scambi sui social che intrattiene ogni giorni con utenti più o meno “famosi” nel mondo della politica ha avanzato tutti i suoi dubbi in merito al dossier Autostrade: «Chi (e con quali criteri) fisserà il prezzo al quale CDP sottoscriverà l’aumento di capitale?». Non solo, sono i prezzi e i dettagli ancora non chiari a far esclamare Crosetto nella “domanda retorica”: «ma chi paga Cdp?» e «quanto verranno pagati i Benetton?».
CROSETTO VS GOVERNO: “CHI PAGA CDP?”
Nello scambio di vedute sul quotidiano diretto da Carlo Fusi, il coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia insiste sul nodo Autostrade «occorre fare chiarezza sulle competenze della futura gestione. Siamo sicuri che la soluzione migliore sia accollare a Cassa depositi e prestiti anche la gestione delle Autostrade? Io ci rifletterei, una soluzione adeguata poteva essere quella di far intervenire il mercato italiano, o al limite spacchettare o fare entrare altri concessionari». Crosetto avrebbe provato a separare la famiglia Benetton dalla società e solo in quel caso sarebbe stato giusto sedersi al tavolo per ripensare il sistema delle concessioni: «Non serve un altro monopolio ma un sistema concorrente così da avere dei benchmark con i quali confrontarsi», attacca l’esperto di politiche della Difesa. Passare infatti dal “monopolio” mascherato di Atlantia in Aspi a quello statale di Cdp i problemi restano immutati secondo Crosetto.
Altro problema sono poi state le tempistiche e i continui annunci che non hanno avuto seguito fattuale nel Governo: «Due anni sono troppi, e la non decisione ha esternato in giro per il mondo la mancanza di linea dell’Italia, tanto da influenzare in modo significativo il mercato», racconta ancora Crosetto a “Il Dubbio”, «in Aspi c’è la presenza di fondi stranieri che avrebbero perfino compreso una revoca della concessione, ma di certo non tollerano la mancanza di coerenza, la procrastinazione. Se la società concessionaria non ha rispettato tutti gli obblighi si poteva perfino revocare la concessione, ma non si possono impiegare due anni per una decisione». Infine, il problema dei costi “futuri” dovrebbero essere il primo punto all’ordine del giorno nel Governo dopo il CdM: «Ora si è arrivati a questa ipotesi di fuoriuscita dei Benetton da Aspi ma l’Avvocatura dello Stato, ad esempio, dice che c’è il rischio di una futura causa contro la decisione. Rischio che dev’essere assolutamente circoscritto».