Guido Forni, professore ordinario di Immunologia all’Università di Torino, rientra tra gli autori del Rapporto dell’Accademia dei Linacei sui vaccini. A La Stampa, l’esperto ha spiegato: “Sia le dosi a disposizione sia quelle aggiornate a Omicron, che arriveranno probabilmente in autunno, contribuiscono a un’immunità sempre più forte. Senza contare le guarigioni delle varie forme del virus. A lungo termine, la sfida consisterà nel mantenere alta la memoria immunitaria, nel rendere i vaccini più accessibili in tutto il mondo e nel superare la diffidenza verso di essi”.



Il vaccino limita la diffusione delle varianti, così come la guarigione dal virus stesso. L’esperto spiega: “È probabile, la somma di vaccinazioni in momenti e con vaccini diversi, crea un substrato di protezione che limita la capacità del virus di mutare”. Nonostante ciò, le sostanze di cui siamo in possesso non proteggono più come all’inizio: I vaccini di cui disponiamo proteggono sempre meno rispetto al contagio, circa al 30% e al 70% dalla malattia grave. Sono medie, perché la risposta immunitaria varia molto in base allo stato di salute e all’età. Dai 60 anni in poi è un calo continuo”. Le varianti continuano infatti a generarsi, anche se risultano meno pericolose: “Le subviarianti recenti si dimostrano più contagiose ma meno invasive. Le variazioni rendono il virus più infettivo e meno capace di legarsi alle cellule polmonari”. 



Varianti e vaccini

Le mutazioni, spiega Guido Forni, potrebbero avvenire negli organismi degli immunodepressi: “Per ogni persona contagiata si producono migliaia di virus, ma negli immunodepressi il precesso dura più a lungo a diventa così probabile la selezione di varianti”. I vaccini, secondo l’esperto, andrebbero cambiati del tutto “Ma è sempre più improbabile. Per continuare su questa strada è importante che tutti seguano le inazioni, come la quarta dose per le categorie a rischio”. In autunno potrebbero arrivare i vaccini aggiornati, “Probabilmente Pfizer e Modena, ma non ci sono ancora i dati per dire quanto stanno efficaci e necessari”, spiega l’immunologo.



Parlando poi della necessità o meno di indossare le mascherine, Guido Forni ha concluso spiegando che rimanere in casa se positivi rimane ancora l’unica via possibile. Allo stesso tempo, la mascherina limita la diffusione del virus e protegge: “La vaccinazione, così come le mascherine, creano un ambiente che limita la diffusione del virus e progetti fragili e anziani. Per questo è giusto continuare a rimanere in casa se positivi”.