Guido Rasi, ordinario di Microbiologia dell’Università di Tor Vergata, ex direttore esecutivo dell’Ema e consulente del commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus Figliuolo, è intervenuto ai microfoni del quotidiano “Il Messaggero”, sottolineando che in Europa non serve l’approvazione definitiva per il vaccino anti-Covid, in quanto già esistente. Ergo, “in Italia l’obbligo vaccinale poteva essere fatto già prima, non serviva un’altra autorizzazione dagli enti regolatori. Intanto, bisogna programmare una terza dose entro il 2021”.
Inoltre, secondo Rasi è fondamentale estendere l’obbligo vaccinale, perlomeno per alcune categorie, fra cui rientra chi lavora a contatto con il pubblico e quindi ad alta possibilità di contagio. Come fattibilità, però, “giudichino i politici cosa è fattibile e cosa non lo è. L’80 per cento della popolazione protetta è una notizia buonissima, che sicuramente mitigherà tutti gli effetti negativi di un virus che continua a circolare. Purtroppo, la variante Delta ha cambiato un po’ le carte in tavola. Per cui, da un lato l’immunità di gregge non sarà possibile, ma gli ospedali non si dovrebbero intasare”.
GUIDO RASI: “BISOGNA FARE TERZA DOSE AI SANITARI ENTRO LA FINE DEL 2021”
Restano però scoperti i bambini under 12, che secondo i pediatri sono serbatoio di virus, e Guido Rasi, su questo aspetto, non nutre alcun dubbio: “L’immunità di gregge si ottiene quando l’80 per cento di tutta la popolazione e non solo di quella vaccinabile è protetta. Quindi, senza un vaccino per i più piccoli, ribadisco, l’immunità di gregge non è raggiungibile”. Nel contempo, aumentano i contagi tra gli operatori sanitari: “Ormai è documentato che l’immunità scende e che la Delta purtroppo crea un’infezione anche modesta. Bisogna quindi iniziare a programmare una terza dose per gli operatori sanitari entro la fine del 2021”.
Sul Green Pass, invece, Rasi è stato categorico, sottolineando che si tratta di uno strumento che non certifica né l’invulnerabilità, né la non contagiosità. È uno dei tanti mezzi da utilizzare in combinazione per avere una garanzia di riduzione importante del rischio, per il soggetto vaccinato e il soggetto con cui si mette a contatto. Dopodiché, “è chiaro che non è la soluzione di tutti i problemi e va ripensato come applicarlo. Per esempio, in una situazione di lavoro non c’è bisogno di mostrarlo ogni giorno. Va usato in maniera intelligente”.