Il professor Guido Rasi, ex dirigente dell’Ema nonché ex consigliere di Figliuolo nella campagna di vaccinazione, è stato intervistato oggi dai microfoni de La Stampa e nell’occasione ha messo in guardia dal prendere troppo ‘sotto braccio’ le nuove sottovarianti di Omicron, leggasi la 4 e la 5: “Il pericolo è reale – spiega parlando in esclusiva con il quotidiano torinese – gli studi condotti in Sudafrica indicano che le due sub varianti un vantaggio competitivo lo hanno, altrimenti non avrebbero preso il posto della versione originale di Omicron. E come avremmo dovuto ormai aver appreso dalle altre versioni mutate del virus, se sono più contagiose nel giro di qualche settimana arrivano. L’estate potrebbe rallentarne la marcia ma poi potremo ritrovarci ad affrontare il terzo autunno problematico dell’era pandemica“. Secondo Rasi serve fare una sorta di reset: “A mio avviso è indispensabile resettare il sistema di sorveglianza e di sequenziamento del virus per monitorare bene l’eventuale diffusione di nuove varianti e sub-varianti. Mi sembra invece che almeno in periferia ci sia un po’ di rilassamento in questa fase. Poi dovremmo approfittare del periodo di bonaccia estiva per capire se il cocktail di monoclonali, autorizzati a uso preventivo in chi rischia l’evoluzione in forma grave della malattia da Covid, possano funzionare anche contro queste sub varianti. Allo stesso tempo andrebbe aumentato l’uso degli antivirali”.

Ma quali sono i sintomi di Omicron 4 e 5? “Meno colpi di tosse ma più naso che cola, meno febbre ma più spossatezza. E poi vertigini, dolore allo stomaco e all’addome, male all’orecchio. Questi sintomi non escludono però il rischio di polmoniti. Che resta elevato tra la popolazione non vaccinata”. Bisognerà poi capire come i vaccini reagiranno contro queste varianti: “Sappiamo che BA.4 e BA.5 riescono a evadere la difesa immunitaria indotta dagli attuali vaccini e dal contagio con la versione di Omicron attualmente più diffusa da noi. Sarà importantissimo ora condurre dei test di immunogenicità per vedere se il siero di chi è stato vaccinato in via sperimentale con i vaccini aggiornati neutralizza anche queste sotto varianti. Se così fosse potremmo guardare all’autunno con un certo ottimismo”.

GUIDO RASI E LA QUARTA DOSE IN AUTUNNO: “ECCO A CHI LA DAREI”

Sulla quarta dose Guido Rasi spiega: “Se non arrivano nuove sub varianti, agli over 70 e ai fragili perché è li che si concentrano i decessi. Mentre riproverei a convincere i non vaccinati a fare la prima dose, visto che hanno un tasso di mortalità 10 volte superiore ai vaccinati”. Secondo l’ex dirigente Ema è anche fondamentale utilizzare di più i monoclonali: “Questo il momento di usarli con più generosità, perché non sappiamo se poi a ottobre funzioneranno ancora con le nuove sotto varianti. Sono farmaci che abbiamo già acquistato. Sarebbe assurdo lasciarli scadere in frigo. Li somministrerei a tutti quelli che corrono il rischio di un’evoluzione grave della malattia, per l’età avanzata o perché immunocompromessi. Vanno utilizzati bene ma vanno somministrati. Certo non li darei a un giovane perché non corra il rischio di infettarsi in discoteca. Ma sopra i 70 anni, e a chi è esposto a più rischi di contagio, come sanitari, forze dell’ordine e insegnanti, sì”.

E l’antivirale Paxlovid? “Lo utilizzerei ancora di più, perché nell’80% dei casi se somministrato entro 5 giorni dalla positivizzazione fa sì che i sintomi non si aggravino. In quest’ultima settimana abbiano visto che c’è stato un incremento del 35% delle prescrizioni. Ora lo hanno ricevuto 12mila pazienti. Ancora pochi, ma il segnale c’è. Evidentemente i medici di famiglia, poco avvezzi a utilizzare farmaci complessi come questo, hanno fatto all’inizio un po’ di resistenza. Ma basterebbero 20 minuti di formazione mirata alle interazioni da evitare con altre terapie per risolvere il problema”. Chiusura di Guido Rasi dedicata all’estate in arrivo, che non sarà affatto ‘libera dal covid’: Sull’estate: “Free non credo proprio. Speriamo almeno sia l’ultima con il Covid. Il declino dei contagi sarà lento e non arriveremo ai numeri bassi delle ultime due estati. Quindi rilassarsi sì ma con prudenza. Anche perché sarà bene non farci trovare con un’alta circolazione del virus in autunno, soprattutto se le sotto varianti dovessero aver preso piede”.