Nel giro di circa un mese dovrebbe arrivare una decisione definitiva del governo sull’obbligo vaccinale. A spiegarlo è stato Guido Rasi, ex numero uno dell’Ema nonché attuale consigliere di Figliuolo, che parlando stamane con il Messaggero ha detto: “Prendiamoci un po’ di tempo, valutiamo l’andamento della vaccinazione dell’epidemia, il numero di contagi e di ricoveri. Se ci accorgiamo che la situazione si sta aggravando, decidiamo misure più stringenti, come l’obbligo”. Il giornalista chiede quindi quando arriverà tale decisione e Guido Rasi replica: “Nella prima settimana di ottobre al massimo a età del prossimo mese”.
Di conseguenza, nel giro dei prossimi 30 giorni, bisognerà cercare di convincere i circa 3.2 milioni di over 50 non vaccinati: “C’è un ottima risposta dei giovani – ha proseguito – ma sugli over 50 ci sono problemi, non è sufficiente avere l’80 per cento di popolazione vaccinata, dipende anche da come è distribuita la copertura”. Secondo Rasi, comunque, l’obiettivo è raggiungibile: “Dovremmo preoccuparci se a fine settembre non raggiungessimo l’obiettivo dell’80 per cento di popolazione vaccinata, ma ce la possiamo fare. Il problema è proseguire dopo. Inoltre, molto dipende dalla distribuzione dei vaccinati. Per classe d’età, esempio, perché non possiamo permetterci di avere troppi over 50, i più a rischio, non protetti. Ma conta anche la distribuzione territoriale: se ci sono regioni sotto il 70 per cento, questo è un guaio”.
GUIDO RASI: “VIA RESTRIZIONI NEL LAZIO? SONO PERPLESSO”
Rasi non è comunque così sorpreso dai milioni di over 50 che non si sono ancora vaccinati: “Questo è il nodo che tutti aspettavamo arrivasse al pettine. Bisognerà trovare qualche fattore di mitigazione. O si garantisce che queste persone possano stare tutte in smartworking o bisognerà prendere provvedimenti più drastici”. Quindi ribadisce il concetto: “Se vediamo che questa sacca di non vaccinati crea di nuovi problemi alla salute pubblica, dovremo intervenire. Ricordiamoci che l’anno scorso ci sono stati 500mila esami non garantiti, migliaia di tumori diagnosticati tardi. Non può continuare, non è etico. Se questa disomogeneità per classi di età prosegue, tenendo conto che parliamo di coloro che sono più esposti, bisognerà andare a soluzione drastiche. L’obbligo”. Sulle parole dell’assessore della regione Lazio, D’Amato, sulla possibilità di eliminare ogni restrizione con il 90% di vaccinati: “Sono perplesso, dipende da come è distribuita quella percentuale”.
GUIDO RASI: “DATI DI ISRAELE PREOCCUPANO MA…”
Sui dati preoccupanti che giungono da Israele: “Israele ha fatto un grande lavoro, però c’è una disomogeneità enorme, ci sono intere comunità non vaccinate. Anche negli Stati Uniti le vaccinazioni sono a macchia di leopardo. Il Regno Unito ha sbagliato con il lungo periodo tra prima e seconda dose, un punto debole che ha favorito al Delta. Nonostante gli errori però è lontana dalle centomila infezioni al giorno che tutti temevano. E sta tenendo. Questo nonostante uno scarso uso delle mascherine. Dunque, nel Regno Unito tutto sommato la copertura vaccinale prosegue”.
Si passa quindi a parlare della terza dose, che scatterà nel giro di una decina di giorni in Italia: “Al momento i dati a disposizione la rendono necessaria per immunodepressi e operatori sanitari. Vedremo le prossime decisioni di Fda ed Ema. Ma la macchina organizzativa ormai è rodata”. Quindi, sulla possibilità di avere vaccini contro le varianti, Rasi conclude: “Non li avremo perché non sono necessari, la Delta viene fermata dagli attuali vaccini. Dobbiamo sperare che resti dominante e vigilare sulla variante Mu, che invece potrebbe aggirare i vaccini”.