A “Domenica In”, nel pomeriggio di domenica 16 maggio 2021, è intervenuto il professor Francesco Vaia, direttore dell’istituto Spallanzani di Roma, il quale ha risposto a una domanda formulatagli dalla giornalista Rai Giovanna Botteri sul vaccino italiano Reithera, in merito al quale in questi giorni si stanno registrando rallentamenti e incertezze, che hanno portato numerose trasmissioni televisive a dedicare alcuni servizi su tale argomento.



“C’è qualche ripensamento da parte della struttura centrale – ha asserito Vaia –. Bisogna vedere nei prossimi giorni, vediamo. Vogliamo mantenere la serenità scientifica ed effettuare approfondimenti. Siamo disponibili ad andare avanti se le condizioni ce lo consentiranno”. Giovanna Botteri si è quindi candidata come volontaria per la sperimentazione del vaccino Reithera. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



GUIDO RASI: “REITHERA…”

Guido Rasi, già direttore esecutivo dell’Ema (European Medicine Agency), è intervenuto a Tg2 Post per fare il punto sulla campagna di vaccinazione. L’OMS chiede di riservare le dosi alle popolazioni più povere, anziché vaccinare i più giovani, per scoraggiare nuove varianti. Rasi però non è d’accordo: “Io penso che quando si intraprende una campagna in una comunità così ampia come quella italiana non sia positivo cambiare continuamente obiettivo: la strategia mi sembra corretta. Si è messa in sicurezza la popolazione che pagava il prezzo più alto in termini di ospedalizzazione e morte si è andati a scendere. Aprire in questo momento alla fascia tra i 16 e i 30 anni (come in Lombardia, ndr) ha un valore strategico perché sarà la popolazione che diffonderà più facilmente il virus in estate. Devo dire che messe in sicurezza le fasce più a rischio va bene allargare il più possibile. Il problema agli altri Paesi è che poi devono avere anche la capacità di somministrarlo: in Italia ci sono voluti 3-4 mesi per andare a regime…“.



GUIDO RASI: “REITHERA? GOVERNO ITALIANO HA MESSO I BRUSCOLINI”

Guido Rasi, docente di microbiologia all’Università di Tor Vergata, ha detto la sua anche sul vaccino italiano ReiThera, con la Corte dei Conti non ha registrato il decreto per la sua produzione: “Beh, mi sembra di capire che sia andata male. O comunque che stia andando male. Indubbiamente bisogna non stupirsi perché la Germania avrà il suo vaccino CureVac ma ha messo 300 milioni all’inizio del 2020, l’Italia ha messo bruscolini, mi si passi un termine romano, meno di 40 milioni nemmeno erogati tutti. Ovviamente non hanno potuto svilupparlo“. Rasi ha poi riservato una battuta al fatto che in tutto il mondo si stia procedendo in ordine sparso nell’uscita dalla pandemia: “Come sempre“, ha commentato tra il laconico e l’ironico l’ex direttore esecutivo dell’Ema.