I giorni di festa, tra Natale e Capodanno, non sono di certo vissuti con la tranquillità e la gioia della tradizione. All’epoca del Covid-19, infatti, l’allarme contagi condiziona la vita di tutti e il boom di casi degli ultimi giorni invita alla massima cautela. Anche l’immunologo Guido Silvestri, che da 30 anni lavora sui vaccini negli Stati Uniti, ha invitato all’attenzione, ma il virus sembrerebbe indebolirsi: “Omicron, benché molto trasmissibile, è meno aggressiva e molto di rado ha conseguenze serie sui vaccinati. La controprova l’abbiamo dagli ospedali che non sono sotto pressione nemmeno nella Londra con un milione di contagiati”.
Secondo quanto riferito dall’immunologo nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il virus e le sue varianti sembrano avere meno efficacia sui vaccinati, mentre per i non vaccinati il prezzo da pagare è davvero salato: “La speranza è che il virus si stia raffreddorizzando. In Italia siamo saliti da 800 ricoveri in terapia intensiva a poco più di mille. Un altro mondo rispetto ai 4000 dei tempi peggiori, nonostante la rapida crescita dei contagi”.
GUIDO SILVESTRI: “COVID DIVERSO TRA VACCINATI E NON”
L’immunologo, analizzando la malattia, ha fatto una netta distinzione tra il Covid che infetta i vaccinati e quello dei non vaccinati: “Ormai sono quasi due malattie diverse. Chi non si vaccina sulla base della sua idea di libertà individuale fa pagare un prezzo alto agli altri e rischia moltissimo lui stesso. No-vax l’80 per cento di ricoverati: riflettano su questo i milioni di italiani che ancora rifiutano il vaccino. Non dobbiamo rilassarci, anche perché i contagi saliranno ancora, forse fino a 120 mila al giorno. Teniamo la guardia alta, ma non ci facciamo prendere dal panico delle misure estreme che provocano più guai di quelli che risolvono”.
Poi sul rebus quarantene, Silvestri ha aggiunto: ” È una situazione psicologica difficile, ma tra un mese o poco più dovremmo essere in una situazione migliore. È venuto il momento di essere più elastici con le quarantene, rischiamo di bloccare tutto. Se guarisci e hai due rapid test negativi torni al lavoro: abbiamo troppi medici e paramedici giovani, asintomatici, bloccati a casa. Non possono curare altri malati — cardiovascolari, di cancro o altro — che hanno bisogno di loro. E anche le linee guida del Cdc vanno in questa direzione”.