Pfizer e BioNTech, le due aziende che hanno messo a punto uno dei vaccini anti-Covid maggiormente utilizzati in tutto il mondo per immunizzare la popolazione, hanno recentemente comunicato i risultati degli ultimi trial clinici sul siero da somministrare ai bambini dai 5 agli 11 anni. I dati lasciano ben sperare e ora si attende il parere di FDA e Ema per poter permettere l’apertura della vaccinazione a questa fascia d’età che negli ultimi mesi, contrariamente a quanto successo con il virus precedente, è stata attaccata in maniera aggressiva dalla mutazione Delta.



Tra gli oltre 2.200 giovani coinvolti nel test del vaccino c’era anche Nicholas Silvestri, figlio del capo dipartimento di Patologia all’Università Emory di Atlanta e co-fondatore del progetto Pillole d’ottimismo Guido Silvestri che ha svelato l’esito favorevole del trial: “Pfizer ha pubblicamente annunciato i risultati del trial clinico del vaccino contro Sars-CoV-2 nei bambini tra i 5 e gli 11 anni di età. Lo studio ha coinvolto oltre 2.200 bambini negli Usa, tra cui mio figlio Nicholas. Non c’è stato nessun effetto collaterale”.



Nicholas Silvestri si vaccina: nessun effetto collaterale per 5-11 anni

Il test sui giovani tra i 5 e gli 11 anni fa ben sperare sull’esito favorevole della Food and Drugs Administration americana e quello dell’agenzia europea del farmaco. Intanto Guido Silvestri ha sottolineato: “Ricordiamo che il dosaggio del vaccino è di due dosi da 10 microgrammi (un terzo della dose per adulti), fatte a 3 settimane di distanza tra loro. I principali risultati dello studio indicano una efficacia nel generare anticorpi neutralizzanti il virus pari a quella dimostrata dallo stesso vaccino nella fascia di età superiore e la sostanziale assenza di effetti collaterali non rari perché quelli rari non potrebbero emergere in questo tipo di trial clinico”.



Guido Silvestri ha quindi lanciato l’appello: “Questo studio è una tappa essenziale nella grande marcia verso la vaccinazione universale contro Covid-19, che riteniamo necessaria sia per ridurre sempre più i danni causati da questo virus molto trasmissibile e clinicamente insidioso, e sia per eliminare una volta per tutte ogni tentazione di affrontare questa malattia con interventi “non-farmacologici” (le cosiddette chiusure) di efficacia modesta ed effetti collaterali enormi”.