Dalle riaperture allo stop ad Astrazeneca e Johnson & Johnson, Guido Silvestri a tutto tondo ai microfoni de Il Fatto Quotidiano. Il virologo della Emory University ha sottolineato che per sancire nuove aperture è necessario ragionare in termini di rischi sia del virus che degli effetti delle chiusure prolungate: «Con l’aumento progressivo dei vaccinati, soprattutto nelle categorie fragili, diventeranno sempre più gestibili i carichi ospedalieri, e presto cominceremo ad avvertire l’effetto della bella stagione che riduce la circolazione dei virus respiratori».



Guido Silvestri si è poi soffermato sulla situazione negli Stati Uniti, dove lui lavora, ed ha confermato il lento ma costante miglioramento della situazione epidemiologica: è stata raggiunta quota 133 milioni di vaccinati, di cui 86 milioni con le due dosi. Tutto procede per il meglio: «Si marcia a ritmo di 3-4 milioni di immunizzazioni al giorno, quindi si va verso la fine del tunnel».



Guido Silvestri: “Stop cautelativo su Astrazeneca e J&J è stato un errore”

L’Europa sta andando a rilento sulla campagna vaccinale rispetto ad altre realtà come Usa e Regno Unito, ha rimarcato Guido Silvestri ai microfoni de Il Fatto Quotidiano, aggiungendo di essere preoccupato anche per la scarsa coordinazione tra Paesi. Poi sullo stop ai vaccini di Astrazeneca e Johnson & Johnson: «Per AstraZeneca e J&J il rischio di effetti avversi severi, in particolare questa trombosi delle vene cerebrali causata da anticorpi contro il Pf4 (che a somiglia clinicamente alla piastrinopenia trombotica associata all’uso di eparina), è molto basso: un caso su un milione di persone vaccinate. Il rischio di rimanere prigionieri di cautele eccessive non è da sottovalutare». Guido Silvestri ha poi messo in risalto che ne saranno fuori ad autunno i Paesi in cui la percentuale di vaccinati sarà alta al punto da ridurre in modo importante la circolazione del virus, mentre dove si saranno vaccinate soprattutto le persone a rischio «si potrebbe avere un calo sostanziale della mortalità pur in presenza di livelli importanti di circolazione virale. Il che sarebbe comunque un risultato positivo, ma rischioso in quanto si potrebbero selezionare varianti del virus meno sensibili al vaccino».

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