Anche se non è uno dei miei chitarristi preferiti, ci saranno pure una o più ragioni per le quali come simbolo universale del Guitar Hero è stato scelto proprio lui. Sto parlando del videogame che a partire dal 2007 (ma ora è uscito di produzione, che sia anche questo un segno dei tempi?) ha visto proprio Slash come testimonial. Lui stesso ha dichiarato di essersi divertito molto nel lavorare alla programmazione del gioco, ma di averci giocato ben poco una volta uscito…

Vabbè, videogames a parte, stiamo parlando forse dell’unica vera icona di chitarrista rock rimasta in circolazione, che della rockstar maledetta ha incarnato grossomodo tutti gli aspetti, inclusi gli eccessi con droghe ed alcool che per un pelo non lo hanno portato troppo lontano.
In qualche modo appartenente al mondo del rock fino da bambino (madre stilista di vari artisti e padre disegnatore di copertine di dischi), Slash è indissolubilmente legato alla parabola di una delle band più rappresentative del cosiddetto mainstream rock, i Guns and Roses. E per chi non lo avesse mai visto in azione, approcciamoci alla sua figura con uno dei classici della band, la celeberrima Paradise City. Per tutti gli altri, specialmente in tempi di magra come questi, è comunque un utile ripasso.

“Take me down to the Paradise City, where the grass is green and the girls are pretty”: le regole di una minimale filosofia di vita sono presto date. Ma a parte questo, abbiamo potuto avvicinarci allo stile di Slash e dei Guns: riff potenti, quasi heavy metal, e fraseggio sostanzialmente blues-rock, senza grandi innovazioni, ma di grande solidità e conoscenza dei pilastri fondamentali del genere. Come se Eric Clapton, Jeff Beck e Jimmy Page fossero stati messi in un frullatore con un pizzico (si badi bene) di Jimi Hendrix, una spruzzata di Santana e Brian May quanto basta. Il tutto congelato e ritirato fuori alla fine degli anni ’80. Ma è così che si fa, specialmente nel rock’n’roll, si impara dai maestri per poi cercare di creare qualcosa di nuovo. Gustiamoci Slash alle prese con un lungo assolo che ci svela ancora meglio gli ingredienti del suo eclettico stile.

Quindi con la sua tuba, i suoi riccioli e i suoi muscoli tatuati, Saul Hudson ha valicato il nuovo millennio gettandosi in una serie di collaborazioni e progetti solisti, l’ultimo dei quali lo vede al fianco del cantante Myles Kennedy, con cui collabora dal 2009. Il nuovo Cd è previsto in uscita a maggio 2012. Concludiamo la nostra puntata con un brano tratto da questa nuova esperienza musicale in cui Slash esprime per la verità uno stile chitarristico più evoluto. Il pezzo tira prepotentemente verso il rock pesante, lo si sente dalla prima nota del riff, e uno Slash concentratissimo su quello che sta suonando stacca un veloce assolo – per la verità un pochino penalizzato dal volume basso – che lo conferma a buon diritto Guitar Hero a tutti gli effetti, e non solo come icona di un videogioco. Forse il rock non è ancora morto, lunga vita al rock’n’roll!