Nuova puntata questa sera di “Seconda Vita”, il format condotto da Gabriele Parpiglia su Discovery+ e RealTime e, mai come in questo caso, la storia che il giornalista racconterà risponde all’archetipo della rovinosa caduta dopo un successo inatteso e seguita poi da una rinascita. La vicenda è quella dell’imprenditore carpigiano, ma parmense di adozione, Matteo Cambi che nei primi Anni Duemila scombinò il mondo dell’abbigliamento e del marketing con Guru, uno dei marchi iconici di quell’epoca e che oggi, dopo le note vicende giudiziarie che hanno coinvolto il suo ideatore, è tornato sotto una nuova veste.

Facciamo però un vertiginoso salto indietro nel tempo e torniamo al 1999, anno in cui un giovanissimo Cambi (allora 22enne e inconsapevolmente già un pioniere nel campo della moda e della comunicazione social ante litteram) registrava il marchio Guru (nessun riferimento all’induismo: pare che la parola suonasse bene ai diretti interessati…) ideando anche il noto simbolo della margherita. Quell’ìdea semplice era destinata ad entrare nell’immaginario collettivo di inizio millennio per un case study più unico che raro meritevole di essere studiato: il marchio fondato da Cambi assieme all’amico Gian Maria Montacchini comincia a circolare e felpe e t-shirt diventa un must nelle discoteche e, grazie alla ‘faccia tosta’ di Cambi che si presenta a celebrità e calciatori famosi dell’epoca (tra cui Paolo Maldini, Bobo Vieri e Filippo Inzaghi) ecco che una piccola società improvvisamente diventa un marchio che tutti desiderano.

GURU, STORIA DEL MARCHIO ICONICO DEI DUEMILA: IL SUCCESSO, POI IL FALLIMENTO E…

Nei primi Anni del Duemila l’ascesa è vertiginosa: arrivano amicizie, sponsorizzazioni importanti con i locali più cool della movida estiva, tra Milano Marittima e Porto Cervo, ed ecco che il marchio Guru si trova associato addirittura al Parma Calcio e pure alla scuderia Renault di Formula Uno. Ed è proprio nel circus dei motori che Cambi entra in contatto con Briatore e altri personaggi importanti, dando vita tuttavia anche ad altre nuove frequentazioni che pian piano porteranno suo malgrado l’imprenditore a perdere colpevolmente contatto con la realtà nel mondo dello showbiz, tra feste e belle donne. E poi c’è anche la cocaina, il tunnel in cui Cambi cadde e che curiosamente arriva contemporaneamente alle prime indagini delle autorità su Guru a seguito di alcune verifiche fiscali (2006): è il luglio 2008 quando questi viene arrestato con pesanti accuse di bancarotta fraudolenta e false comunicazioni sociali.

Il resto è storia: il fallimento chiesto per la società titolare del marchio (affidato nel frattempo a una società indiana, la Bombay Rayon Fashion Ltd.), e i 100 milioni di euro di debiti fanno sì la prima fase della storia di Guru si concluda. Dal 2019, a seguito di difficoltà del precedente gruppo, il Tribunale di Parma affidava la gestione del marchio alla Ibs Sagl di Lugano e successivamente è una società monegasca, la Ghep, a rilevare Guru nel 2021 per rilanciarlo e intuendone forse ancora notevoli potenzialità. E così dopo tanti anni la margherita ritorna: e con questa pura Cambi, seppure in una nuova veste dato che dal maggio 2022, terminando il contratto col brand Valvola, ha firmato una ‘special edition’ dell’iconica t-shirt Guru, la MC99. Riallacciando così i fili col suo passato.