Setta satanica, vendita al mercato nero dei trafficanti d’arte. Tante le piste che furono aperte dopo la sparizione di un capolavoro del pittore austriaco Gustav Klimt, famoso per i suoi ritratti di donne e scene amorose. E proprio il “Ritratto di signora” sparì nel nulla 22 anni fa, dalla Galleria d’arte moderna Ricci Oddi di Piacenza dove era esposto. Era il 22 febbraio 1997 quando il quadro risultò scomparso e scattò la denuncia. La cornice fu ritrovata vicino all’abbaino. Ma ogni pista seguita, la più probabile il furto per commissione da parte di un facoltoso collezionista d’arte straniero, non portarono a nulla. Si parlò anche di una setta satanica che con il quadro voleva fare un rito demoniaco in un cimitero, ma sarebbe stata la prima volta che per una cosa del genere si usava un quadro e non un oggetto religioso.



LA PISTA ESOTERICA

Perché proprio Klimt? Certamente il pittore era un personaggio fuori del comune, sembra che dai tanti rapporti con molte donne abbia avuto quattordici figli. Ebbene, ieri, scavando nel giardino della galleria, due operai addetti alla manutenzione, hanno scoperto  uno sportello che nascondeva una sorta di botola. Sradicando la pianta d’edera che vi si trovava sopra, hanno aperto la botola. Dentro un involucro che conteneva niente meno che il quadro sparito. Al momento si sta indagando per capire sei si tratta proprio dell’originale anche se sul retro ci sono i sigilli ufficiali della galleria d’arte. Una prima esperta, a quanto si apprende, avrebbe confermato che si tratta dell’opera rubata, una delle più ricercate al mondo, facente parte di una serie di ritratti femminili realizzati dall’artista negli ultimi anni della sua produzione, fra il 1916 e il 1918, il suo ultimo periodo prima della morte avvenuta proprio nel 1918. Probabilmente, il ladro o i ladri l’avevano nascosta temporaneamente in quella botola per poi tornare con più calma a recuperarla. Ma perché non l’hanno fatto mai?

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