Dopo l’Unrwa, l’organizzazione delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi, l’Onu è finita nel mirino di Israele che si sente accerchiato nonostante la difesa degli Stati Uniti, che ha però messo in discussione una possibile offensiva di terra su vasta scala a Rafah. Il ministro degli Esteri Israel Katz ha lodato la “decisione storica” del Congresso Usa di congelare per un anno i finanziamenti americani all’Unrwa e si è scagliato contro Guterres, affermando: “Sotto la sua guida, l’Onu è diventato un organismo antisemita e anti-israeliano che protegge e incoraggia il terrorismo”. Le parole del capo della diplomazia israeliana sono arrivate dopo la visita di Guterres al valico di Rafah.



“Ha biasimato Israele per la situazione umanitaria a Gaza senza condannare in alcun modo i terroristi di Hamas-Isis che saccheggiano gli aiuti umanitari e senza condannare l’Unrwa che coopera con i terroristi e senza invocare la liberazione immediata ed incondizionata di tutti gli ostaggi israeliani”, ha accusato ancora Katz. Guterres, a Rafah, non ha usato mezzi termini: “Niente giustifica l’orribile attacco di Hamas” contro Israele ma “niente giustifica la punizione collettiva del popolo palestinese”. Il segretario dell’Onu si è poi detto preoccupato dalla situazione umanitaria nella Striscia dove “bambini, donne, uomini sono bloccati in un incubo senza sosta”.



Cessate il fuoco, la richiesta di Guterres a Israele

Secondo Guterres, segretario generale dell’Onu, “è giunto il momento per un cessate il fuoco umanitario immediato” a Gaza. Il capo delle Nazioni Unite ha poi chiesto a Israele “un accesso totale e senza restrizioni ai beni umanitari” per la popolazione perseguitata dalla “fame e dalla carestia”. La distribuzione degli aiuti, di per sé già molto esigua, è diventata un ulteriore pericolo per i palestinesi. Secondo Hamas, l’esercito israeliano avrebbe sparato sulla folla in fila nella periferia di Gaza City uccidendo 19 persone e ferendone decine. L’Idf ha smentito e incolpato proprio i palestinesi.



Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha intanto rinviato a lunedì il voto su una nuova risoluzione che chiede un “immediato cessate il fuoco umanitario” nella Striscia di Gaza. La decisione di far slittare il voto è stata presa per consentire ulteriori discussioni sulla bozza di risoluzione, spiega l’Ansa. Intanto un funzionario del gruppo terroristico palestinese ha affermato che “c’è una profonda divergenza di posizioni nei negoziati tra Hamas e l’occupazione (Israele) perché il nemico ha inteso la flessibilità mostrata dal movimento come debolezza”.