MINNEAPOLIS – Sarebbe bello andare a letto sapendo chi sarà il nostro prossimo Presidente. Invece chissà quanto bisognerà aspettare – non ore, ma probabilmente giorni – prima di avere un quadro preciso dei risultati. Con un turnout elettorale, un’affluenza (pare) da record storico, oltre 100 milioni di voti inviati per posta, una varietà caotica di norme e regolamenti relativi a questi voti anticipati e una corsa dagli scarti minimi, tra fare proiezioni e giocare un terno al lotto non c’è molta differenza.



La mezzanotte si porta via Tuesday, November 3, Election Day, ma tutto è più o meno ancora come era oggi pomeriggio, con tutti che mettono le mani avanti: i responsabili del processo elettorale dicendo che ci potrebbero voler giorni prima di completare lo spoglio, democratici e repubblicani lamentando il rischio di brogli ed esclusioni di schede elettorali arrivate troppo a ridosso di Election Day o che stanno ancora viaggiando via posta e chissà quando arriveranno, gli analisti, esperti e sapientoni delle reti televisive che continuano a mostrarci cartine degli Stati Uniti mentre predicano pazienza: le cose sembrano andare in un verso, ma potrebbero andare in quello opposto.



È mezzanotte qui in Minnesota e Biden compare in Tv per dire che è proprio contento dei risultati che vede, ma anche lui ci ricorda che ci vorrà tempo perché tutto si definisca. Dicevo del turnout, molto alto. Tanti votanti, forse perché in un Paese spaccato il voto diventa un’arma per difendersi dal “nemico”. Il grande timore dei democratici era che la popolazione giovane scrollasse le spalle di fronte a Joe Biden, candidatura molto debole, bruciando un voto che sarebbe senz’altro andato ai “progressisti liberal”. Quello dei repubblicani, che i tanti indecisi di quattro anni fa che nel segreto dell’urna votarono Trump per sparigliare tutto (e di fatto ne consacrarono la vittoria), quest’anno restino indecisi e basta, e il voto se lo facciano morire in tasca.



Chi vince? La serata è stata veramente un viaggio sulle montagne russe, in compagnia dei commentatori politici televisivi improvvisatisi giocolieri nell’analisi di dati inanalizzabili. Apre le danze Trump acciuffando gli 11 voti elettorali dell’Indiana, ma già alle 8 avrei scommesso sulla vittoria di Biden (o più propriamente sulla sconfitta di Trump – Biden non sembra proprio un “vincente”) per poi cambiare idea verso le 9 alle prime avvisaglie di una nuova ondata di voti pro-Trump)… Diciamo che fino a questo punto ognuno sta portando a casa quello che si aspettava. Nessuno si sbilancia, tutti hanno paura di dire qualche sproposito. E se Biden mette le mani sull’Arizona, Trump riconquista Ohio e Florida. Ma il bottino di voti elettorali ancora in palio è grande, decisivo: Georgia, Michigan, North Carolina, Wisconsin…

Ecco, pare che anche il Texas vada assegnato ai repubblicani… I numeri comunque continuano a parlare un po’ più di Biden che di Trump, con Sleepy Joe che si avvicina a piccoli passi verso la meta finale dei 270 voti elettorali, ovvero l’obiettivo che assicura la vittoria. Ma… veramente… ecco che ora le proiezioni sembrano rilanciare le speranze di Trump… Se non fosse una cosa tremendamente seria questa elezione potrebbe sembrare un grande gioco. In tutta questa incertezza, con un Paese che farà fatica ad addormentarsi sull’orlo di una crisi di nervi com’è, le uniche cose che possiamo affermare con certezza sono che ancora una volta sondaggi e profeti della politica ci hanno raccontato un bel po’ di balle mostrando tutta la loro incapacità di guardare e capire, e che non bastano i mille errori fatti e una batteria di mezzi d’informazione intenta a sparare tutti i santi giorni ad alzo zero per far fuori Donald Trump. Non basta neanche candidare “un brav’uomo” piuttosto che “una donna che non piace a nessuno” (Hillary Clinton) per riprendere in mano il Paese.

È notte fonda e non ha ancora vinto nessuno. E questo vale anche per quei 35 seggi del Senato che potrebbero addirittura forse valere più della cadrega da Presidente, perché un Senato comandato dall’opposizione può rendere impossibile la vita di Mr. President.

Vedremo cosa ci porterà domani, speriamo un Presidente che voglia veramente mettersi al servizio di questo Paese e di tutto il mondo. We can’t settle for less, per meno non ci possiamo accontentare.

P.S.: Trump, essendo Trump, compare in televisione verso l’1:30 di mattina, quando ancora non si sa come andrà a finire, per dirci che sta preparando una grande festa dopo la vittoria, ma…. c’è chi vuole sabotare i risultati… Una frode e una vergogna per il Paese… Non ce la fa proprio a darsi una regolata…