Sulle pagine del quotidiano francese Le Figaro è stato pubblicato un preoccupante allarme che parla della crescita degli attacchi hacker alle infrastrutture del settore marittimo. Una crescita iniziata almeno due anni fa, ma che con lo scoppio della guerra tra Ucraina e Russia avrebbe subito un ulteriore, massiccio aumento, che starebbe causando diversi problemi economici, oltre a numerose preoccupazioni.



Ultimamente, infatti, gli hacker hanno colpito, in ordine, il più grande porto della Germania e, poi, i terminali petroliferi di Paesi Bassi e Belgio. Se da un lato i danni sono stati soprattutto economici, rendendo di fatto impossibili lo scarico delle merci al porto per diversi giorni, dall’altro il problema ha riguardato soprattutto l’approvvigionamento di petrolio per i due paesi, con una situazione che se non si fosse risolta velocemente avrebbe causato ingenti danni anche alla popolazione. A livello di numeri gli attacchi degli hacker al settore marittimo, nel 2022, sono stati circa 90 (almeno, quelli segnalati), rispetto ai 70 del 2021 e agli appena 30 del 2020, mentre nei primi cinque mesi del 2023 sarebbero stati già 30.



Perché gli hacker puntano al settore marittimo

Insomma, se da un lato crescono esponenzialmente gli attacchi hacker diretti al settore marittimo globale, dall’altro aumentano anche i danni economici, che secondo uno studio condotto da Imperva e citato dal quotidiano francese, ammonterebbero, in media, a circa 40 mila dollari per ogni ora in cui i servizi rimangono fermi. Un rapporto di France Cyber Maritime, invece, stima che le società che operano nel settore subiscono tentativi di attacchi circa ogni giorno.

Il perché gli hacker prendano sempre di più di mira il settore marittimo è presto detto e affonda le sue radici nel fatto che circa il 90% dell’intera economia mondiale si basa proprio sui trasporti via mare, con enormi flussi finanziari annessi. Inoltre, lo scoppio della guerra in Ucraina avrebbe acceso i riflettori anche su un nuovo tipo di attacchi informatici, motivati soprattutto da ragioni politiche, alla base della metà circa degli attacchi totali. Le preoccupazioni sugli attacchi degli hacker, inoltre, vertono sempre di più sulle infrastrutture critiche, come quelle energetiche, i cavi delle connessioni internet e i gasdotti, come nel caso dei Nord Stream sabotati.