IL TEMA DEGLI ABUSI NELLA CHIESA “RILETTO” DAL FILOSOFO FABRICE HADJADJ
Ogni settore della vita ha a che fare con la libertà, con il dono di Dio (per chi è credente) ricevuto forse più grande dall’alba dei tempi: e così dalla felicità alle scelte, dai traumi fino agli scandali, è sempre tutto un “problema” di libertà. Ne parla molto bene il filosofo francese Fabrice Hadjadj, intervistato da “Le Figaro” – e ripreso dal “Foglio del Lunedì” -, in merito ad uno spinoso e complesso tema come quello degli abusi nella Chiesa Cattolica. Per lo scrittore cristiano e padre di 8 figli, il libro “Lupi travestiti da agnelli. Pensieri sugli abusi nella Chiesa” è l’occasione per mettere al centro da un nuovo punto di vista una piaga come quella degli abusi, per cui Hadjadj distingue subito non trattarsi della pedofilia («che è palesemente ignominiosa»). Il filosofo intende affrontare il problema dell’abuso spirituale, il rapporto sproporzionato e malevolo tra abusante nel clero e vittima abusata/plagiata/corrotta.
Di norma si pensa che vi siano due modalità uniche nell’affrontare la “piaga”: dal profilo giornalistico, guardando i fatti e pensando subito alla condanna; oppure dal punto di vista agiografico, pensando l’abuso come una “caduta di un santo”. In entrambi i casi però, osserva il filosofo francese se, si rischia di ingannarsi: «Abbiamo quindi bisogno di un modo diverso di leggere il disastro, non solo per passare dallo sbalordimento alla considerazione, cioè per “pensare” ciò che sta accadendo, ma anche per pensarlo “nella” Chiesa, ossia a partire dalla parola di cui essa è depositaria». La lettura proposta da Hadjadj è sostanzialmente “biblica” e drammatica al tempo stesso: per l’abuso infatti non si guarda in primo luogo la “violenza” tirannica ma quella più infima e sottile, contro l’infanzia, contro la “dolcezza”.
“ANCHE SUGLI ABUSI C’È UN PROBLEMA DI LIBERTÀ: CHE NE FACCIAMO DEI DONI DI DIO?”
Satana può travestirsi da Angelo della luce, ricorda Hadjadj citando San Paolo nel suo avvertimento più imponente: secondo il filosofo tutti coloro che indicano nella vita spirituale un «rifugio sicuro» lontani da tentazioni e conseguenti abusi, sono dei veri e propri “ciarlatani”. «Coloro che li condannano possono cadere nella stessa trappola – il sogno di un cristianesimo in cui tali devianze “non possano più avere luogo», spiega ancora a “Le Figaro” lo scrittore cristiano.
Ciò che la Bibbia e la storia di Gesù insegnano è infatti l’esatto opposto della sezione “spiritualità e benessere” nel “supermercato” religioso criticato da Hadjadj: «la vera vita spirituale non è qualcosa che ti fa sentire al sicuro – questo è ciò che sostengono i ciarlatani». Il dramma inizia sempre con la luce, non è al riparo con essa, conclude il filosofo: insomma, i problemi nascono proprio con i doni incredibili di Dio per l’umanità, «Cosa faremo con ciò che ci ha affidato? Lo useremo per il meglio? O ne abuseremo per il peggio? Il dono fatto a una creatura libera implica sempre la possibilità di un abuso, di un inferno».