Ad Haiti 50 persone sono state sottoposte a rinvio a giudizio per l’omicidio del presidente Jovenel Moïse, avvenuto la notte del 7 luglio 2021. Un commando composto da colombiani e haitiani-statunitensi, tra cui anche alcuni ex membri dell’esercito, si introdusse nella residenza presidenziale e uccise il capo di Stato con dodici colpi di pistola. La moglie Martine rimase ferita, mentre la figlia Jomarlie riuscì a nascondersi. L’aspetto più sorprendente della vicenda, come riportato dal Corriere della Sera, è che adesso proprio la vedova è iscritta nella lista degli indagati. 



Gli inquirenti prima e i giudici dopo hanno evidenziato delle incongruenze nel racconto della donna, che hanno portato a credere che potesse essere una complice del commando. L’allora first lady ha infatti testimoniato di essersi riuscita a salvare nascondendosi sotto il letto. È emerso però che “neanche un topo gigante, che variano tra i 35 e i 45 centimetri, sarebbe riuscito a entrare in quell’area”. Non è chiaro però il movente per cui Martine avrebbe dovuto volere far fuori il marito.



Haiti, 50 rinvii a giudizio per omicidio di presidente Jovenel Moïse: chi sono gli indagati

Un altro dei principali indagati per l’omicidio del presidente Jovenel Moïse ad Haiti è l’ex funzionario di un’unità anticorruzione Joseph Félix Badio, il quale per difendersi ha puntato il dito proprio contro la vedova Martine. Il movente secondo lui sarebbe che la donna voleva assumere la presidenza. “Tutti volevano liberarsi di lui per prendere il potere”, ha affermato. La diretta interessata, dopo l’assalto, si è però immediatamente trasferita in Florida, allontanandosi del tutto dalla scena politica. “La signora è una vittima come il marito e i suoi figli”, ha ribadito l’avvocato Paul Turner.



Anche l’altro imputato, l’ex premier Claude Joseph, punta il dito a sua volta contro qualcun altro. Essendo il Presidente della Corte di cassazione morto da pcoo, infatti, sarebbe dovuto essere lui a assumere l’incarico in quanto Primo ministro uscente, ma si dimise. Il principale beneficiario della morte del presidente secondo lui è stato il suo successore de facto, ovvero Ariel Henry. È tuttora premier senza che ci siano mai state delle elezioni, che ha continuato a rimandare. Non ci sono però prove in merito al fatto che sia il reale mandante dell’assalto.