Il pericolo di una guerra civile ad Haiti è concreto: il capo della gang criminale di Haiti, “Barbecue”, ha minacciato l’esplosione di un vero e proprio “conflitto interno” se il primo ministro dell’isola caraibica Ariel Henry deciderà di restare al potere. In un’intervista rilasciata alla stampa, Jimmy Chérizier ha affermato: “Se Ariel Henry non si dimetterà, se la comunità internazionale continuerà a sostenerlo, allora andremo dritti verso una guerra civile che porterà a un genocidio”. L’ex agente di polizia d’élite, ora alla guida della federazione di gang, ha spiegato che il suo obiettivo è quello di forzare le dimissioni del premier Henry.
“Il nostro obiettivo è rompere il sistema” ha affermato ai giornalisti in una conferenza stampa improvvisata. Circondato da uomini con il passamontagna, ha sottolineato ancora: “Stiamo combattendo contro Ariel fino all’ultima goccia del nostro sangue”. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu oggi pomeriggio, in una riunione privata a porte chiuse, discuterà di quanto sta accadendo ad Haiti. Intanto il segretario generale, Antonio Guterres, ha lanciato un nuovo appello alla comunità internazionale, invitandola a mobilitarsi, soprattutto dal punto di vista finanziario, per proteggere la popolazione haitiana.
Haiti, il primo ministro assente da diversi giorni
Ariel Henry, primo ministro haitiano del quale le gang hanno chiesto la testa, è assente da diversi giorni da Haiti. Come spiega Rai News, è sbarcato a Porto Rico, come reso noto dal portavoce del governatore del territorio americano nei Caraibi. “Mi è appena stato confermato che è sbarcato a Porto Rico” ha affermato Sheila Anglero all’AFP. Il Dipartimento di Stato americano ha annunciato ieri che Ariel Henry stava tornando. Il velivolo privato che lo portava a bordo sarebbe partito dall’aeroporto statunitense di Teterboro, nel New Jersey.
Nella notte di sabato l’isola ha vissuto ore di terrore: un commando ha attaccato il penitenziario nazionale dove almeno 15 persone sono state uccise. Contemporaneamente 3.687 detenuti sono stati liberati, nello stesso carcere che potrebbe ospitarne solamente 700. Domenica, poi, dal carcere di Croix des Bouquets sono fuggiti 1.400 detenuti in seguito all’assalto. Le gang hanno contemporaneamente preso il controllo dello stadio centrale, prendendo in ostaggio un dipendente per ore. Circa 15.000 persone, secondo fonti umanitarie, hanno lasciato i propri quartieri: tanti, inoltre, i cadaveri abbandonati in strada.