«Centinaia di bimbi nati dagli abusi dei Caschi Blu dell’Onu durante la permanenza ad Haiti in 13 anni di missione di pace»: questo l’esito dell’ultimo rapporto choc lanciato da “Conversation” – rivista accademica internazionale sostenuta da un consorzio di università – che cita numerosi casi di stupri, nascite post-abuso e abbandono di neonati in condizioni ignobili di totale povertà, tutti “frutto” della missione Minustah dei Caschi Blu nell’isola di Haiti. La missione umanitaria è rimasta per 13 anni, attiva dal 2004 al 2017 per i gravissimi disastri naturali, il terremoto nel 2010 e l’uragano-tsunami del 2016: e così Haiti si aggiunge all’infausta lista di altri casi confermati di violenze da parte dei Caschi Blu (militari delle Forze internazionali di pace dell’ONU, con compiti di controllo finalizzati al ripristino della normalità politica e civile nel paese in cui operano) che comprende già Mozambico, Bosnia, Repubblica Democratica del Congo e Repubblica Centrafricana. Il titolo del documento choc è già tutto un programma: «Incinta per poche monete – 265 storie di bambini haitiani abbandonati dai padri dell’ONU»; già, mentre vengono confermati diversi vari casi di stupro, in molti altri frangenti era proprio un ricatto sessuale alla base dell’abuso. A piccole e poverissime 12enni-13enni alcuni soldati criminali promettevano pochi spiccioli per consumare il rapporto “sessuale”: con un tratto caratteristico, ovvero quello di abbandonarle una volta che rimanevano incinte e con neonati nati dalla violenza consumata. Secondo l’indagine choc realizzata da Sabine Lee dell’università di Birmingham e Susan Bartels, della Queens University in Ontario – con numerosissime interviste realizzate alle donne e minorenni appartenenti alla comunità haitiana che ospitava le missioni di pace fino a due anni fa – le storie si somigliano praticamente tutte.
HAITI, RAPPORTO CHOC CONTRO I CASCHI BLU DELL’ONU
«I militari chiedevano rapporti sessuali in cambio di un pasto, o di un piccolo pagamento. Alcune donne invece parlano esplicitamente di stupro. Tra queste, anche bambine di 11 anni, 12 e 13 anni che poi hanno dato alla luce il frutto della violenza», riporta il Fatto Quotidiano, direttamente traducendo il report presentato dalla rivista Conversation. Su 2500 haitiani soccorsi in quegli anni, 265 hanno citato casi di bambini figli di caschi blu. Li chiamano “Piccoli Minustah” le ricercatrici, figli di una serie di ragazzine «messe incinte e lasciate a vivere nella miseria con un figlio tra le mani». Tra le primissime reazioni sdegnate al rapporto contro i Caschi Blu dell’Onu da segnalare quello del portavoce del dipartimento al peacekeeping Nick Birnback, facendo sue la priorità rilanciate dal Segretario Generale Guterres che già si è espresso in passato con profonda tolleranza zero i casi del genere: «Lo sfruttamento sessuale e l’abuso da parte di personale Onu è inaccettabile». Dopo la destituzione del presidente-dittatore Jean-Bertrand Aristide, l’Onu approvò la missione dei Caschi Blu poi rinnovata più volte per i disastri naturali occorsi sulla splendida isola caraibica: nel rapporto si accusano direttamente militari di 13 diverse nazioni, in maggioranza dal Brasile e dall’Uruguay, che venivano rimpatriati ogni volta che una gravidanza veniva scoperta.