Ancora sangue ad Haiti, dove tre missionari, tra cui una coppia di coniugi statunitensi, sono stati uccisi nella capitale Port-au-Prince giovedì sera. Le vittime sono Davy e Natalie Lloyd e Jude Montis: tutti e tre lavoravano per Missions in Haiti, che era gestita dai genitori del primo da oltre due decenni e di cui Montis era direttore. Il padre di Davy Lloyd ha dichiarato che il figlio e la nuora sono caduti in un’imboscata mentre uscivano da una chiesa. «Davy è stato portato in casa legato e picchiato. La banda ha poi preso i nostri camion, ha caricato tutto quello che voleva e se n’è andata», si legge in un post sulla pagina Facebook di Missions in Haiti. Non è ancora chiaro come siano stati uccisi i missionari: sono in corso le indagini e la polizia di Haiti non ha ancora fornito alcuna informazione in merito.
«Non credo che si possa trovare un esempio migliore di persone che avevano davvero un amore profondo per il popolo di Haiti e avevano la visione di aiutarlo in ogni modo possibile e hanno avuto un tale impatto lì tra i diversi ministeri in cui erano coinvolti», ha dichiarato il rappresentante dello Stato del Missouri, Ben Baker, padre di Natalie Lloyd, a CNN, spiegando che in queste ore si stanno occupando del trasferimento dei cadaveri in patria.
LA RICOSTRUZIONE DELL’AGGUATO
David Lloyd ha raccontato alla CNN che era al telefono con suo figlio durante l’imboscata. La missione e la chiesa dall’altra parte della strada hanno due guardie di sicurezza, ma quando il 23enne è uscito dalla chiesa verso le 18, «tre pick-up con a bordo uomini armati li hanno assaltati immediatamente». Pare che la banda armata abbia trascinato Davy Lloyd in casa, lo abbiano legato e abbiano cominciato a saccheggiare il complesso, con i bambini dell’orfanotrofio presenti nel complesso in quel momento. Davy Lloyd avrebbe chiamato il padre dopo la fuga della banda col bottino. «Era ferito e molto spaventato. Mi implorava di trovare qualcuno che entrasse e lo aiutasse, e io ho fatto il possibile ma non sono riuscito a trovare nessuno», ha raccontato il padre di uno dei tre missionari uccisi.
Poi però sono arrivati altri uomini armati. «Mi ha detto: “Devo scendere, sta succedendo qualcos’altro. Devo andare a vedere di cosa si tratta”. È stata praticamente la nostra ultima chiamata». Qualcuno avrebbe sparato a uno dei membri della banda appena arrivati, scatenando una violenta reazione della stessa. «Davy è entrato e si è barricato in casa con sua moglie e Jude Montis, ma la banda ha messo a ferro e fuoco la casa finché non ha sfondato la porta, ha sparato a loro e ha dato fuoco a Davy e Jude». Infatti, il servizio di ambulanze HERO ha confermato alla CNN che il corpo di Davy Lloyd è stato trovato bruciato sulla scena.
IL KENYA MANDA POLIZIOTTI PER UNA MISSIONE AD HAITI
La polizia di Haiti, tramite il suo portavoce Gary Desrosiers, ha assicurato tramite i microfoni della CNN che collaborerà con le forze dell’ordine internazionali nelle indagini sugli omicidi. La Casa Bianca ha fatto sapere di essere a conoscenza di quanto accaduto ed espresso le proprie condoglianze, sollecitando al contempo un rapido dispiegamento nella regione di forze di polizia internazionali approvate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Intanto, il presidente del Kenya William Ruto ha annunciato che manderà ad Haiti alcuni poliziotti per aiutare a sedare la crescente violenza delle bande tra circa tre settimane. In un’intervista esclusiva alla BBC, Ruto ha confermato che un gruppo di pianificazione è già ad Haiti e ha incontrato la polizia locale per definire gli accordi prima del dispiegamento delle truppe keniote.
Una decisione che arriva al termine di un viaggio di tre giorni del presidente africano negli Stati Uniti. «Non dovremmo perdere persone. Non dovremmo perdere missionari. Lo stiamo facendo per evitare che altre persone perdano la vita a causa delle bande». Anche gli Stati Uniti fanno parte della coalizione multinazionale che lavora con il Kenya. Nel frattempo, l’Alta Corte del Kenya il 2 giugno esaminerà le preoccupazioni del partito di opposizione che contesta la legalità del dispiegamento delle forze di polizia del Kenya, ma Ruto ha assicurato alla BBC che esiste un accordo scritto con il Consiglio presidenziale di transizione di Haiti per garantire che la presenza del Kenya sia accolta come una forza di «pacificazione» e non come una forza di occupazione.