A Roma ci sono gli All Blacks e l’Italia di Kieran Crowley dovrà sfoderare una prestazione super per contenere un avversario che nel 2021 ha ottenuto undici vittorie su dodici partite. Con i campioni neozelandesi arriva anche la celebre danza Haka, un rituale intimidatorio reso noto proprio dalla nazionale di rugby della Nuova Zelanda. Andiamo dunque a scoprire cosa è la danza Haka e come viene descritta dagli studiosi. Secondo l’esperto Alan Armstrong la danza Haka “…è l’espressione della passione, del vigore e dell’identità della razza. È, al suo meglio, un messaggio dell’anima espresso attraverso le parole e gli atteggiamenti”. Parole che rendono perfettamente l’idea del rituale che anima i pre partita degli appassionati di rugby e dei tifosi neozelandesi.



Danza Haka, un po’ di storia: la prima volta alla fine del 1800

La prima volta nel rugby pare risalga addirittura alla fine del 1800. Secondo alcune ricostruzioni, i giocatori erano avvolti in mantelli bianchi e con un berretto nero che veniva lanciato in aria alla fine dell’esibizione. Nel corso degli anni, la danza haka è rimasta fedele alle sue origini, anche se altre squadre di di rugby hanno cominciato a proporre danze e riturali simili, come ad esempio la Sipi Tau (Isole Tonga), la Siva Tau (Isole Samoa), la Cibi (Isole Figi), i Pacific Islanders. Si tratta di diverse versioni combinate, tra le danze di guerra classiche. L’Haka è sicuramente un momento di profonda condivisione per i giocatori, che a pochi minuti dal fischio di inizio si caricano a vicenda e tentano, spesso con successo, di intimidire il proprio avversario.



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